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venerdì 31 ottobre 2014

L'infinito - di Marco Musso

Cerchi un centro,
un punto per iniziare,
un baricentro per continuare.
Cerchi il senso,
il verso del vento,
il significato del calore che provi dentro.
Soffia forte,
soffia ancora,
soffia tra le pieghe e l'aurora.
Ogni giorno un volto nuovo,
ogni scelta uno nuovo sforzo
la voglia di dire ancora.
Guardi il cielo,
guardi dentro,
come lucciola alla ricerca del vento.
Cerchi il verso giusto,
la ragione ad ogni dissenso,
la caparbietà di non arrendersi,
la volontà costante di crederci.
Come quercia sul dirupo
stringi a te ogni radice,
aggrappato alla vita,
all'amore,
a quel sospiro stretto in gola
che nel sentirti vivo
ti dona il senso del tuo cammino.
Poi,
chiudendo gli occhi all'aurora
lasci che l'aria da dentro si muova,
lasci il tuo cuore parlare al corpo,
lasci che ogni costrizione del mondo
diventi ode,
lasci che quell'impalpabile eterno
vibri fra le tue emozioni
come il sole alla luna.

Milano, 31 ottobre 2014 19.37

giovedì 30 ottobre 2014

Padre tra le note di un piano - di Marco Musso

Suona ad ogni respiro
la tua profonda canzone,
chiusa come nota
tra i contrasti di un piano.
Suona silente
come la vita,
sempre presente,
suona nel silenzio
come eco di un lago presente,
che riflette come emozione
il dolore e l'amore.
Piano come tormento,
come incubo di un istante tremendo.
Piano come strumento
di gioia,
di gloria,
di serenità strappata,
di protezione paterna torturata.
Nel vuoto della concreta realtà
ogni sera risuona il tuo calore,
l'orgoglio di un padre
tra le note di un piano,
ogni sera il nodo in gola
di quel tormento scolpito,
ogni sera il tormento
di non averti liberato.
Amore, figlia mia
non temere,
il tuo dolore l'ho sentito suonare
nel silenzio del tuo crescere,
in quegli spazi vuoti tra infinite lettere,
in pennellate d'inchiostro che sottopelle risuonano
come il mio amore per te da sempre,
come il tuo tormento innocente
di chi vive la vita e non la vuol perdere.
Oggi ti parlo
tra note di parole in rima,
afferrando la mano di un amico
che d'amore pennella l'infinito.
Oggi ti capisco
nei sorrisi di chi ti sta accanto,
oggi le mie lacrime dal cielo
rinfrescano accarezzandoti il viso,
oggi ti libero
da quell'incubo perenne,
perché io come padre son sempre fiero
e tu per me la luce per sempre.

Milano - 30 ottobre 2014 09.33

mercoledì 8 ottobre 2014

L'età del vento - di Marco Musso

Ogni passo ha il suo prologo
come ombra riflessa il suo seguito.
Ogni età ha il proprio trascorso
la volontà nella follia di un domani.
Ogni vizio una brezza
ogni sogno una tormenta.
L'equilibrio si sottende come la vita
nell'estensione come proiezione di ogni nostro ideale,
nell'evoluzione di un crescere,
come lanciato locomotore in velocità
arde nella passione del consumarsi,
nell'illusione di raggiungere mete infinite,
nella convinzione che siamo noi a conquistare ogni stazione,
ogni stella di irraggiungibile luce,
solleticando l'istinto più profondo
che ha sempre dominato e smosso l'uomo.
In bilico sulle mie illusioni,
cavalcando questa vita pregna del proprio essere,
avvolgendomi nell'aurora del mio credere,
lanciato in un volo adolescenziale tra paure e certezze,
tra passioni ed illusioni,
nella pulsante palpitazione che possiede ogni folle sognatore
sventolo come vessillo
all'umile cospetto di quest'età del vento.
Facile oscillare,
difficile controllare,
eccitante farsi possedere,
esaltante attendere ogni bivio.
La vita è nel dono
un canovaccio da scrivere,
come intonsa tela in attesa
di esser posseduta tra colori e sogni,
intagliata nel tratto tra delicatezza e forzata, profonda passione.
Io come uomo ho sbagliato,
ho pianto,
ho urlato di gioia alla vita,
ho corso ed ho provato sulla pelle come brivido la paura.
Io come vento ho posseduto i cambiamenti,
ho aspettato il calore,
ho coltivato l'amore,
ho spazzato la polvere che copriva la certezza del selciato,
ho mutato il corso dell'amica storia
avvolgendo ogni ostacolo
della forza nella propulsione di lanciarsi altrove.
Questa è l'età del vento,
del cambiamento,
della naturale maturazione di chi
ama il prossimo come se stesso,
di chi ad ogni emozione muore nel colore per rifiorire,
di chi come ardito e folle sognatore
non aspetta di esser scritto dalla storia
ma incide ogni passo nel terreno
per guidare ed urlare al mondo
il proprio credo.
Io sono qui,
spoglio di ogni artificio,
onesto con me stesso nell'enunciare
di essere uomo imperfetto,
terreno da coltivare,
umile servitore dell'amore,
capace nella paura di ogni scelta
di saper vivere,
certo che ogni errore in volontà potrà mutarsi come frutto in maturazione,
convinto che nella realtà non esistano super eroi,
frutto di una ricercata finzione per ispirare ogni fragilità a divenire un salto verso il domani.
Io so che gli eroi risiedano in ogni timore,
ogni volta che il pugno si stringe
a contenere la paura,
ogni volta che in medaglia l'uomo mantiene il passo
segnando ad ogni scelta di rispetto verso al prossimo
il contenuto cerchio che d'insieme nella corteccia
protegge l'evoluzione del tronco
verso l'elevazione in certezza
a sfiorare in saggezza ed euforia
il celeste cielo.
Nell'età del vento
ho raggiunto la conoscenza del mio essere,
la certezza di ogni fragilità,
la volontà di provare ad essere ogni giorno
un uomo migliore.
Quel ramo che per strada attende la tramontana o lo scirocco,
avvolto nell'oscillazione del divenire in primavera
trampolino per rifiorire.
Io sono un uomo,
fragile ed in galoppo come la vita,
con lo sguardo come capitano al domani,
come sognatore alla ricerca di quel punto luminoso che segni la traccia del mio navigare.
Perdonatemi ogni errore
ogni scelta che nella certezza
trasformerà il mio essere
nel divenire.
Io sono uomo imperfetto,
bandiera del mio essere
nell'età del vento.

Milano - 08 ottobre 2014 01.01 a.m.“
 

https://www.facebook.com/notes/marco-musso/let%C3%A0-del-vento-di-marco-musso/10152804516080522