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mercoledì 17 settembre 2014

Essere o non essere - di Marco Musso

Quale valore ha la vita,
tra gioie e prove,
tra storie e flebili realtà.
In cammino da un'eternità ritrovi il sole,
intagliato all'orizzonte come lo sguardo tuo,
l'indomani in cui,
tra stupore ed ardore,
due corpi hanno pulsato all'unisono,
come i cuori avvolti nell'amore,
generandomi come contenitore
di coraggio ed emozione,
come sospesa volontà di sciogliere ogni dubbio,
ogni velata condizione che del vivere dipinge
da generazioni inenarrabili
il mistero dell'eternità
nell'istante in cui la consumata espressione
si contrae in rigidità,
come sospiro che nell'aree raccoglie
ogni singola vita.
Battiti come palloni
come mondi lontani che si incontrano al crepuscolo,
come opposte realtà che in differenza
hanno l'opportunità in saggezza di amplificarsi
o per naturale esistenza,
nella cecità dell'egoismo estinguersi.
Vivi ogni istante da bambino
come canovaccio intonso di un sognatore,
un foglio vuoto da dipingere
come la vita che aspetta solo di esser colorata.
Voli che nel sole sembrano facili cammini,
sogni così intensi da parer reali, vicini,
verità che nello svolgersi
ti spingono avanti verso le prove,
a colmare le lacune di un cammino
che come lacrime versate
ti annegano o ti maturano,
come il desiderio dell'amore
che senti esplodere in fondo al cuore.
Come burla, come impegno,
come turbine adolescenziale,
il tempo inesorabile innanzi a te si consuma,
con un rigolo di terrore che intagliando il viso ti fa scegliere,
come acrobata su una ragnatela di opportunità,
come fiocco di neve che in candore
pondera la discesa
per imprimere in sicurezza il passo dell'avvenire.
Amore, gioia, ilarità, euforia, paura, spensieratezza, audacia, incoscienza.
Come freccia dall'arco scocca,
come certezza dal cuore sboccia,
come novella del passato già narrata,
arriva anche per te l'abbraccio della sera.
Tra gioia e dolore,
tra paura e nuove prove,
accogli fra le braccia tue la vita nuova,
l'incontro di due cuori in un solo battito,
il desiderio di imprimere il verso al tempo,
al mondo, al destino, a te stesso.
C'è sempre un tempo del sorriso,
la ricerca del paradiso,
la responsabilità di esser padre,
argine di un torrente in piena,
esempio fermo per il divenire,
marito nella gioia e nel dolore,
compagno nel cammino,
verso di certezza del destino
attento alla tutela del prossimo
e di ogni essere vicino.
Uomo come forza,
come sicurezza e come audacia,
come ferma convinzione di ideale,
come equilibrio fra le prove,
come termometro d'emozione,
come bilanciere tra il giusto e l'errore,
come passo da provare,
come sogno fra le stelle
pronto da cogliere e da rielaborare.
Il tempo ti prende e ti scuote,
stride come la volontà di impugnare il coraggio
di essere in equilibrio fra le persone
per divenire ogni giorno un uomo migliore.
A capo chino in umiltà e mai per timore,
abbraccerò ogni alba nuova,
ogni nuova via,
ogni apertura del tempo,
ogni chiusura di vita.
Non troverai mai l'inizio,
troppo complesso per percepirlo,
non troverai mai la fine,
troppo lontana dall'ultimo respiro,
non troverai mai la risposta,
come certa soluzione,
troppo facile per ogni maturazione.
La vita va vissuta così,
come succoso frutto da mordere
prima che il tempo la possegga,
prima che l'incertezza l'invecchi prosciugandola,
prima che un nuovo dubbio modifichi ogni percezione,
prima che il tuo passo giunga a conclusione.
L'amore va vissuto così,
in fiducia nell'abbandono,
come equilibrista in volo,
come sognatore che dipinge ogni spazio con follia e calore.
Non cercare intorno a te un domani
se prima non avrai ben chiaro in te
chi vorrai o non vorrai essere.
Ogni risposta è chiusa in te
in ogni timore ed in ogni emozione,
in ogni dolore ed in ogni certezza.
Noi siamo il passo, la cadenza e l'impronta della forza e dell'amore
di tutto quell'emisfero che nell'eternità
parlerà di noi.

Marco Musso - Milano, 17 settembre 2014 01.54 a.m.