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martedì 8 luglio 2014

Addio - di Marco Musso

Scendono lievi come miele
lacrime che dal cuor son sospinte.
Parole che richiamano la natura
il dovuto essere
quasi uomo, quasi poeta.
Fra spazi che in sensazione sembrano infiniti
si piega la mia anima
come infante volto al suo cammino,
come implume sognatore
che nella vita cercava il sogno
e nel cuore l'amore.
Qui scrivo le mie ultime lettere in rima,
come un'ode alla vita,
alla forza, alla ripartita.
Qui depongo quest'arma di pace,
parole come bilanciere
tra chi nasce e chi muore
chi sogna e chi tace.
Il tempo ha giocato con me la sua partita
il lento scorrere di un fiume
che in forza poteva condurmi al mare,
all'immensità del cielo,
ad una tela pronta da intagliare.
Ai molti lascerò uno spazio per crogiolarsi in vanità o in idiozia,
ai pochi che mi han compreso e seguito
il testamento di un sogno ardito.
Siamo animi dispersi
alla ricerca del nostro perché,
capaci di sacrifici e voli,
coraggiosi nel porsi in umiltà col capo chino davanti agli infiniti perché.
Tra fogli di carta che non ci hanno mai salvato
lascio a chi sarà più ardito di me il mio pensiero,
il desiderio di non arrendersi mai fino all'ultimo respiro,
la follia di credere che l'amore vinca sempre, sempre anche davanti alla morte,
la voglia di librarsi in cielo come aquilone per comprendere il punto di vista dell'amore,
della vita come del sole,
lanciato verso il proprio destino con coraggio,
alla scoperta del proprio io.
Quando ti mancano le forze
comprendi la tenacia del tuo carattere,
quando il dolore ti lacera dentro scopri quanto amore raccolto sei capace ancora di donare,
quando le tue parole soffocano la vita comprendi che è il momento di tacere.
Io mai uomo, mai poeta
dalla mia umiltà devo ricominciare,
in quel punto in cui i ragazzi in solitudine capiscono come maturare, in cui la luce nell'ombra trova la sua dimensione,
in cui i poeti si struggono perché non trovano più un colore per guardare col cuore,
in cui ogni senso conduce al dissenso.
Come in tutte le commedie
l'autore china il capo
e salutando con orgoglio e stima chi l'applaudito
tra stupore ed euforia
pone il punto
e in un soffio volò via.

Marco Musso - Milano 03 Luglio 2014 01.19 a.m.