TRANSLATE in your language

venerdì 5 aprile 2013

L'assoluzione del quesito universale - di Marco Musso


Schiusosi il mattino
accoglie ogni sorgere del giorno e del coraggio
di guardare con malizia ad un futuro
che lento avanza costruendo sulle macerie del passato.
Ogni istante per noi è un battito nuovo,
l'occasione di sbocciare nuove possibilità,
di modificare con forza e delicatezza una direzione sempre nuova,
sempre genuflessa al sole come fonte di possibilità,
come calore che lento nasce dal cuore,
che infonde la vita e l'amore
colorando di passione ogni situazione.
In profondità si accende nello scrigno del cuore
l'essenza del nostro essere,
la volontà del procedere,
di camminare, maturare,
di evolversi come ogni parola in poesia.
Stretto nello stomaco si chiude il dolore,
avvolta nel rancore ogni delusione,
ogni passione mal riposta,
ogni slancio d'umanità
soffocato dalla cieca superficialità dell'individualismo,
dalla paura di concedersi nella purezza della verità.
Come instancabile sognatore
volerò fra le nuvole colorando di felicità
quel sereno dal sole donato,
come l'occasione di dissolvere le foschie dell'ottusità
per donare a me ed al mondo un futuro migliore.
Come nostalgico ed inguaribile sognatore
volerò fra quelle parole volte a ferire,
deviare,
volte a nascondere la paura del vivere,
di affrontare con coraggio il passato
per poter da li ripartire.
Non mi arrenderò.
Non donerò all'odio la forza di ergersi sull'amore
ma lo dissolverò con la volontà del vivere,
dell'amare incondizionatamente ogni forma di emotività,
come creta da modellare,
come figlio da educare
per prepararlo alla più ardua sfida,
la vita.
La vita dona,
la vita prende,
la vita chiede in ogni istante
comprensione, attenzione, volontà e abnegazione.
La vita vuole il ricambio nel respiro,
come ispirazione di un dono da elaborare,
da personalizzare, come ricordo da incorniciare,
da appendere con il fulcro della maturazione
che in chiodo penetra la superficialità di questa intonsa parete
che come tela chiede semplicemente al suo pittore
di esser trafitta di colore
per personalizzarsi nell'emotività della vita.
Io volerò, camminerò,
tingerò questi spazi che a me si doneranno
perché della vita sono perennemente innamorato,
perché i miei errori resusciteranno
nella volontà di miglioramento in quanto essere umano imperfetto,
perché mai fermerò la mia attitudine alla riflessione,
alla maturazione,
perché ogni mio passo condiviso è progresso di chi
accanto a me vorrà camminare.
Io sarò sempre me stesso,
caparbio non per presunzione ma perché verbo
di una più ampia discussione,
luogo di sublimazione della relazione
che collega l'umanità coesa
come unicità di fili di diversa natura
che generano di luce
l'arcobaleno d'intesa tessuto,
come punto di partenza,
come assoluzione di ogni quesito universale.

Marco Musso - Milano 05 aprile 2013 10.54 a.m.
da Marco Musso (Note) il Venerdì 5 aprile 2013 alle ore 14.54

Nessun commento:

Posta un commento