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mercoledì 2 gennaio 2013

Narra a briglia sciolta - di Marco Musso


Un filo di voce solleva come foglia d'autunno
il tepore che come parole dispiega le ali per alleggerire,
come fiume che in emozioni vuol defluire,
come colore che intenso propaga la sua dimensione,
nel diffondersi puro come emozione tra le cavità.
Non esistono nuvole più leggere di bimbi intenti a danzare,
non esistono emozioni più vere di quelle vissute da bimbi liberi da costrizioni,
non esistono realtà più vere dei sorrisi
che illuminano il volto di ragazzi genuflessi all'amore.
Siamo noi che nelle illusioni sfidiamo la sorte per trascinarsi avanti.
Respiro lo spazio che mi appartiene,
nel tempo e nella dimensione di ogni natura,
tra brividi e passione urlerò la vita, l'amore,
la forza che nel sogno diventa cielo disteso dove volare,
spazio in cui tornare ad essere noi.
Pulsa la musica nelle vene, batte senza sosta fino ad irretire gli occhi, incantati nel perdersi di ogni senso
votato alla piena passione.
E cosi ti liberi di ogni catena, dei vincoli dati dal essere reale,
quando nell'amore affondi nell'altro
unicamente per amplificarti nel piacere condiviso.
Tempo che ti contrai e ti distendi, tempo che come le forze rallenta con l'età e con le possibilità di realizzarsi.
Mi dicevi che la vita fosse solo una persa partita.
Mi dicevi che l'amore fosse solo oppio per poche persone,
mi dicevi che la forza risiedesse nella paura e che la vittoria fosse la sopraffazione sul debole del più forte.
Io lotterò finché il cuore mi sosterrà,
finché il corpo morirà evaporando tutta la mia forza in parole
che il mondo possiede già,
finché ogni mia convinzione sia la proiezione della gente,
di generazione in generazione,
finché la mia anima alimenterà un nuovo cuore.
C'era un punto dove nasceva l'inizio, il centro del cosmo, di tutto il nostro mondo.
C'era un cammino, dal mattino alla sera,
dove ogni imprevisto era solo riprova della voglia e forza di andare.
C'era la notte donata ai sogni, c'era la paura come stimolo per maturare,
c'era la passione per riscaldarci dall'ovvio e c'è ancora oggi il brivido
che disegna l'intensità della tua appartenenza in me. Amore.
Cosi distacchi, dimeni, scrolli e ti sbatti verso l'avvenire.
Dito che corri, che fuggi, che lotti.
Dito che come chitarra per il cantautore colleghi la periferia al cuore,
la gente ad un mondo reale che si alimenta d'illusione,
come stella cometa che nel tempo continua a brillare
nonostante sia estinta da una vita.
Lotterò all'infinito per proteggere la vita,
il cuore con l'amore, il coraggio con l'onore,
la forza con l'ironia e la boria con la fantasia.
Non fermeranno mai questo moto collettivo,
quell'energia che nell'emozione comune non ha padroni,
condivisa non ha confini,
vissuta non ha eguali,
amata non ha errori.
Tra segni e strappi nel profondo dei miei occhi cerca la serenità,
il fondamento della verità,
questo urlo che dal petto esplode verso il domani proiettando quel film che non puoi più fermare,
quel fiume in piena come vene gonfie dell'amore,
la passione che matura come frutto esposto al sole,
come questo animo pronto a morire per proteggere quel che di buono al mondo canto.
Dicevano di non cambiare, di non accettare.
Narravano di un mondo impalpabile come la neve,
intenso come arcobaleno che nell'orgoglio di presenza sfoggia tutta la sua coerenza
come esplosione di calore, di colore, di quell'iride che raccoglie in se l'essenza della vita,
tra la vita e la morte, tra la gioia ed il dolore, l'odio e l'amore.
Sogna quel che la realtà in razionalità ti spiega.
Apri le braccia e fatti possedere, come quercia che dalla tormenta è accarezzata
ed in forza al mondo ridona parole ed idiomi in musica
e trafitti raggi di luce che al cuore sbocciano come fiori d'aurora,
come emozioni colte dal pittore nella pigmentazione del colore.
Vita afferrami e non lasciarmi più andare, come tutti gli animi che nel vuoto son sospesi,
come coraggiosi aquiloni, desiderosi di vivere l'essenza del loro essere, avventurieri d'emozione,
alla ricerca costante del sole come partigiani d'amore.
Corri, col fiato in gola corri senza freno, corri come il cuore all'inseguimento dell'amore,
corri e non fermarti, come la vita in fibrillazione ti urla che non è ancora l'ora.
Mantieni la testa alta come girasole, come l'orgoglio di essere di diritto evoluzione.
L'ignoranza del resto è la presunzione nel pensare di non aver bisogno del sapere.
Ho raccolto la mia stella cometa, luminosa come il cammino, densa dei sogni che rincorrevo da bambino,
così splendente che quasi mi sorprende, perché dove manco io arrivi tu.
Lasciami andare, fammi cadere, toccando il suolo come bimbo per concretizzare il pericolo dalla realtà.
Passo dopo passo proseguo il cammino, sempre diritto, sempre volto al destino.
Con la consapevolezza che il futuro è in salita, un cammino volto alla prova,
alla continua richiesta di energia per non soccombere, per non sparire,
come l'ombra che fugge la luce per non sparire, come sogno fantastico di forme e luoghi nel divenire reale.
Avvolgimi musica con la tua melodia, come coperta che nell'animo risalda quel vuoto che assale.
Penetra nei miei pori provocando brividi che sollevano di valore ciechi lividi.
Coprimi d'ironia, quella magia donata dalla vita per smuovere il cuore, racchiuso in protezione nelle sue parole.
Volano le parole come le opportunità, l'occasione mancata di serenità, quel punto in cui il sole entrava in contatto con il mio cuore.
Donerò al mondo ogni goccia di sudore, ogni lacrima di dolore,
perché la consapevolezza della comune soffrenza alleggerisce il cuore di chi si sente vittima e carnefice di ogni dolore.
Corre il treno lontano, trasportando l'oggettività, trascina gesti e forme, passato e futuro,
proiettando l'anima verso il suo divenire. Lascia il fardello, la monotonia, tutto quel castello di ipocrisia.
Mura cieca, mura fredda, mura che imprigioni le libere emozioni.
Lascia galoppare quel che non puoi contenere, il cuore che da tempo corre più del vero.
Guardami, afferrami, come ti viene, l'amore è condividere il personale potere,
vivimi, ascoltami, guarda la mia realtà, perché nelle sfumature di forza urla già.
Afferra la mano che ti dono davanti,
afferra il mio cuore, come uno fra tanti,
lasciati andare, lasciati amare, la vita è poi questo, il comune maturare.
Vivimi tanto non fa male, amami tanto che vuoi fare,
afferrami tanto non volo, resto davanti a regalarti il mio sogno.
Urlate, non arrendetevi, alzate la mano verso il destino ed abbracciatemi
perché di fiato ce n'è, perché di vita ce n'è,
perché i lividi ti destano dal torpore e ti fanno guardare altrove,
lontano verso l'infinito, la dove la vita si rinnova e per tutti risorge in alba nuova.
Nella vita su di te dovrai contare, sulle paure per maturare, sulle delusioni per rinforzare,
sulle sconfitte per irrobustire un cuore che avanti senza tregua ti trascina nell'illusione perché nel sogno non è mai finita.
Suoni disegnano la parete adombrata, dalla vita che in sorpresa ti scrolla e ti molla,
quando il respiro nel vuoto si fa leggero per non morire.
La consapevolezza è quel filo flebile tra rammarico e sregolatezza.
La vita è una rosa, l'arresa, l'apnea nel risalire.
La vita è una prova, il cedere per risalire.
Raccoglietevi, mano nella mano dello sconosciuto.
Abbracciate ed accettate quel che non conoscete, quel che ora vi fa paura, quel che domani nella maturazione diventerà cultura.
Nel ballo risiede il desiderio umano di leggerezza, la voglia di staccarsi dal suolo come dalla concretezza.
Realtà, come insieme di opportunità, tempo andato, consumato, goduto o intensamente smarrito.
Tempo e spazio per agire ogni istante come occasione per risalire, riscattare, per rigenerare quella vita che in un soffio è già svanita.
La felicità ha una doppia faccia,
da una parte ti rende felice, dall'altra ti da pesi e misure per cercare quel che ti manca.
Nella vita devi sempre essere te stesso, affrontando con maturità e coraggio i tuoi limiti
per essere degno di confrontarti col mondo a testa alta.
Io non sono perfetto, sono pieno di difetti, ma mai mi nasconderò per questo
perché solo accettando concretamente i miei limiti potrò far fronte al futuro maturando come frutto al sole.
Con le nuvole o con il sereno noi rimarremo sempre collezionatori di stelle,
di sogni, di idee, di tutte le espressioni luminose del cuore che amplificano la vita.
Non arrenderti mai ad ogni nuova delusione ma alza la testa e guarda negli occhi il sole.
Scoprirai che da ogni lacrima trafitta in sorpresa dall'arcobaleno ritroverai nuovamente la tua vita.
Sorridi a chiunque incontrerai nella tua giornata e qualunque sia stata la tua avventura.
Donerai una luce impagabile facendolo sentire parte di un abbraccio ed in te nascerà la gioia del sorriso ricambiato come amore ritrovato.
L'amore è l'unica forza universale capace di vincere sulla violenza quando vengono a mancare le parole.
I sogni sono il salvagente della realtà. Le illusioni la spada per nuove vittorie.
Sparami, uccidimi, fammi del male, tanto la carne sparisce ma il cuore rivive,
nel gesto, nel sorriso conquistato sulla gente, quando le parole da me si staccano in dono per rivivere nel prossimo.
Sorge la ragione del percepire, di scindere il razionale dall'ideale,
la volontà di dover crescere e camminare guardando il mondo con i miei occhi per dipingerlo con sogni ed illusioni.
Meraviglioso l'universo che si legge, nelle forze, negli scritti, in coaugulati lividi
che amplificano segni e significati di un futuro che rimarrà sempre il passato.
La magia del natale stà nell'accorgersi che dentro di noi risiede la felicità per superare le tristezze esterne.
Quando si ama veramente si è capaci di rinunciare a se stessi per gli altri.
La realtà è l'insieme di eventi che qui contrastando con i desideri e le capacità si fanno essenza e sostanza.
Brucia quel vuoto in obbligo che ora non trova più ragione.
Traccia la mano il tratto che sente più vicino a se.
Traccia il cuore un gesto che racconti più di mille parole i pensieri che intagliano la superficiale apparenza.
Deliziati di aurora, di vellutati ricchi sapori
che di gusto e di colore mi proiettano nella mia emozione.
Vita mia che meraviglia,
pronta al rinnovamento,
alla ricerca del vissuto e dell'amplificato futuro.
Vita che mi scruti,
che in sussulto mi solletichi in passione l'illusione,
in un gioco di temperate sensazioni
che nel cuore crescono fino all'esplosione.

Milano, 02 gennaio 2013 15.15

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 2 gennaio 2013 alle ore 15.15


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