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lunedì 30 luglio 2012

Barcollare o decollare - di Marco Musso

C'era un posto nel mondo
dove batteva il cuore,
dove sguardo nello sguardo
era un avanzare, un condividere,
era un permanere in aria a mostrare alla gente
dove finiva il globo e dove iniziava il nostro mondo.
C'era un noi, un condividere emozioni,
uno scambio reciproco che liberava il cuore,
nella piena commozione di concedere,
istante per istante,
la parte più intima del noi,
dove mano nella mano si camminava senza paura,
scansando ogni ostacolo perché per quanto enormi
insieme si volava, ci si capiva,
insieme nel cerchio della vita si cresceva
senza timori ma con convinzioni.
In una parte del mondo abbiamo vissuto, goduto,
abbiamo fatto crescere l'invidia nel prossimo
rapito dalla complicità che si disegnava sui nostri volti
illuminandoci in un sorriso.
C'era un percorso, sabbioso, roccioso, fatto di noi.
C'era attenzione, c'era coesione, perché ogni pensiero
nasceva dentro accendendosi in te.
C'era quel che non trovo più,
soffocato in un contesto che punta lo sguardo
nell'egoismo della sopravvivenza,
nel pensiero che quel che ci circonda non importa
e quel che sono io è solo apparenza.
C'era quella forza che ora non vedo più
quella volontà di spaziare nel mondo con la fantasia,
con la forza di dirti sei mia,
con la certezza che in me riversassi la tua piena fiducia,
il rispetto per quel che sono, essere umano pensante,
col vizio di amare quel che mi circonda,
con l'affettività innocente che guida i sognatori
a commuoversi la sera davanti ad ogni nuova aurora.
Io continuerò il mio cammino,
con lo sguardo fisso al destino,
senza timori o paure perché da grande
ho imparato ad assumermi ogni responsabilità,
perché le scelte fatte son dettate
dal mio essere costantemente ed unicamente solo me stesso.
Io permango in bilico perché questo so fare,
sempre e costantemente al di sopra del ovvio,
del comune e del banale.
Io ho dedicato e dedicherò la mia vita alla costruzione del nostro amore,
di quel che in me ha rappresentato la nostra vita,
l'unione, il battere della congiunzione dei nostri cuori
in un miracolo nuovo,
la nostra necessità di metterci in discussione per crescere,
la riflessione del meglio e del peggio che in un figlio
ti apre la mente per unire, per amplificare quelle sfumature
che con lui diventano gioie infinite.
Qui, dove la gelosia non può trovar posto,
apro le finestre per cambiare l'aria,
per provare a ripartire,
per far si che quanto investito mantenga chiara la propria ragione d'essere.
Qui, rispettoso di ogni posizione,
torno a posare questo nuovo mattone,
non per forza, non per delusione, non per perdita o per dignità smarrita.
Qui dove nella realtà il vero uomo lo dimostra nei fatti
scelgo il noi, quel che di buono è rimasto,
quelle briciole di pane che sfamano uccellini pronti a volare,
come inaugurazione di questo cammino,
che può decollare ad ogni nuovo mattino,
finchè il rispetto e la voglia ne siano guida per questo nostro destino.
Io, instancabile sognatore,
provo nuovamente a volare,
allungando la mano prima di saltare
e nel chiudere gli occhi aspetto nel vuoto
di sentire la tua stretta,
di chi non ha paura ma sente come priorità
la voglia matta di decollare.

Milano, 30 luglio 2012 23.34

pubblicata da Marco Musso il giorno lunedì 30 luglio 2012 alle ore 23.42

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