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giovedì 27 dicembre 2012

In bilico sul filo teso del futuro - di Marco Musso


Sfiora con un volo la caduta del futuro,
goccia in intensità a diluirsi nel cammino.
Vola in leggerezza l'incontro del destino,
eventi come foglie che si colorano nello svanire.
Voglie come maglie,
pulsazioni dense nei pensieri
come cuori impazziti al suono dell'amore,
come puledri lanciati all'orizzonte
nell'illusione del calore e del sole
che satura le sfumature del concreto
per tessere in trama il trascorso del passato
intrecciandolo nelle ombre volte al protrarsi verso il domani.
Resta il noto, il vissuto, ogni emozione spesa per non sparire,
ogni sensazione volta a scaldare l'avvenire e la sorpresa.
Colma il selciato la cadenza,
la predisposizione ad accogliere il passo inciso dell'io
nell'evoluzione in intimità del mio sentire.
Sfoglia un altro anno,
giorni spesi nell'incontro, nello scambio,
nella maturazione come frutti al sole
nella folle speranza del raccolto,
di un frugale pasto,
come sussistenza, come riconoscenza,
come desio sull'uscio del mattino
al salvataggio di anime e sogni in volo come le illusioni
che in candore, dalla propria essenza, si depositano sul selciato
come neve o come cenere.
Scolora la realtà dell'attuale
imprimendosi in scatti che s'impregnano di noi stessi,
delle impronte date dal nostro percepire,
dal soffrire e dal gioire,
dal tingersi in cromia del contesto
e dal diffondersi in in contrasto di lacrime di passione.
Ogni vita in direzione opposta
vive, spera in commozione,
torna a volgersi in evoluzione
come vuoto al pregno contenitore d'emozione,
come ogni vita persa nell'amore.
Ogni foglia, ogni voglia, ogni impronta nella sabbia
flette il proprio capo alla condizione,
come il lottatore che contro il vento
imprime la forza e l'amore,
come il sogno che in coerenza scende per risalire,
con la volubilità di scindersi in lacrima per riprodursi in evoluzione,
per non divenire ricordo perso nella nebbia,
nella confusione e saturazione della vita,
come ogni istante in cui il tuo cuore
strozzava in gola il respiro per non divenire in soffio passata rassegnazione.
Al disperdersi nel vento di quanto intensamente generato
restiamo impassibili spettatori del crescere di questa notte,
come ribelli sognatori che cercano l'oscurità per ridisegnarsi nella profondità della luce,
nelle forme e nella libertà di quello che da dentro urla per librarsi
come libellule a fronte alta sul pelo d'acqua,
come lucciole in generose danze d'intelligenza,
come il crogiolo d'emozioni allo spegnersi del sole.
In un pugno di presenza e rispetto
racchiudo ogni soffio raccolto in dono,
ogni mia emozione in futura condivisione,
ogni mia sofferta sfumatura in iride diffusa,
e qui in bilico sul filo teso del futuro,
come luce d'irradiato arcobaleno,
in speranza di estrema lungimiranza
vi dono il mio passato,
segno ed impronta del mio divenire,
in un augurio vi regalo il mio sapere,
il mio gioire,
il mio sbocciare dopo il temporale.
In questa manciata di parole raccolgo chicchi di frumento,
quel contenitore di speranza che vi doni un nuovo raccolto,
la volontà di lottare, di sperare, di credere e di vivere,
la capacità di rigenerarsi di fronte alle sventure,
il coraggio di lanciarsi in aria come aquiloni,
come impavidi sognatori pronti alla vittoria.
Nell'augurio di rinnovamento vi dono tutto me stesso,
l'umiltà ed il coraggio di guardare negli occhi ogni istante del futuro,
ogni discesa ed ogni salita,
ogni sconfitta ed ogni vittoria,
ogni istante che nel cuore vi ricorda di essere vivi,
sempre e comunque voi stessi.

Per il 2013 vi auguro un buon raccolto.

@Marco Musso

Milano, 27 dicembre 2012 17.48

pubblicata da Marco Musso il giorno Giovedì 27 dicembre 2012 alle ore 17.48

domenica 23 dicembre 2012

Twittami

Twittami: Non trovate le parole? La relazione umana si basa sull'emotività e sulla condivisione.
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venerdì 16 novembre 2012

In scalata

Nella vita non ci si può mai fermare, bisogna sempre proseguire il proprio cammino, bisogna andare avanti come fanno gli scalatori che non si guardano mai indietro nella salita ma puntano sempre la meta, il desiderio che cambia di passo in passo elevando il propio arrivo e valore. Marco Marco Choosy Musso

mercoledì 14 novembre 2012

Riconquistiamo il nostro tempo - di Marco Musso

Piove,
come lacrime amare
scendono,
percorrendo quei profili
che adombrati dal calar del sole
non scorgono il proprio avvenire.
Cadono,
come miti crollano,
come false coperture cedono,
davanti allo scorrere del tempo,
di questo momento che in ferita
sulla pelle brucia per farsi sentire.
Piove,
come idratazione,
come gocce su gocce
che nelle strade diventano
esondazione.
Il cuore pulsa,
i brividi fremono,
i sogni crollano
ed in bilico sul vuoto da altri motivato
nasce dentro al petto l'ira,
l'istinto di sopravvivenza,
di passione e di coerenza,
la voglia di equità
finalizzata alla crescita di tutta la società,
come pianta colma di frutti,
la necessità di riscatto e di rinascita
di quanto ingiustamente rubato,
depredato.
Tra sogni e passioni,
tra voglie ed illusioni,
cresce il desiderio con coraggio
di guardare con orgoglio il futuro
sapendo di esserne valoroso ingranaggio,
che nel movimento ridona
la forza e l'onore nei sacrifici di tirare avanti.
Gli animi come i fiumi non li puoi fermare,
le passioni come i torrenti non le puoi arginare,
quel che la mente ed il cuore smuove
provoca smottamenti e rivoluzioni.
Cresce nelle vie e nelle piazze
la voce che in comune si rafforza
di sensi e significati
per soffocare il silente vuoto dell'incoerenza,
degli egoismi e di biechi interessi.
Cresce come pulsazione la passione
che gonfia le vene e colma di progresso
il passo che da tempo sentivamo di fare.
Non esiste rivolta che non si nobiliti nelle proprie azioni,
nelle dimostrazioni di coerenza ed intelligenza
puntando l'arma della cultura di fronte alla cieca violenza.
Non esiste futuro
che non nasca dal desiderio di cambiamento,
dalla capacità di migliorare
uno stantio stato di cose, di abitudini
clientelismi e ottusità che soffocando le attitudini
frenano ogni maturazione
asfissiando la vita e conducendola
irreparabilmente alla regressione.
Passo dopo passo
nasce il movimento,
il desiderio di illuminare quel tormento
con la luce rinnovata di un mattino
che guarda al domani e non al consunto vissuto,
che urla per le vie la ritrovata energia,
quell'istino che coviamo da bambini
nei sogni di quel che di noi sarà.
Nessuno potrà mai levare alla gente
la propria identità,
la propria capacità di sopperire alle carenze con la gioia,
con il lavoro e con la voglia di imparare
quel che il mondo è pronto ancora a donare.
Lottate, urlate, difendete il vostro tessuto sociale,
fatto di scuola, lavoro, salute e libertà.
Urlate nelle piazze la gioia della vita,
della socialità,
di quello scambio che rinnova,
mano nella mano di uno sconosciuto.
Abbracciate chi con voi vuol camminare
ed isolate la violenza vestita di legalità,
volta a fermare la vostra umanità.
Non cedete mai,
non perdete di vista l'obiettivo,
la meta del vostro cammino.
La cultura è l'unica verità globalizzata
che faccia maturare l'uomo e l'intera società.

Milano, 14 novembre 2012 13.22

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 14 novembre 2012 alle ore 13.38

martedì 13 novembre 2012

Voglio brividi d'emozione ed una lacrima di passione - di Marco Musso

Chiuse a due mandate,
nel mio cuore le parole,
quell'immagine riflessa
che di me è già sostanza.
Resto immobile al pensiero,
di una vita senza sole,
del mio cuore che esplode,
che di me sa tante cose.
Poi di colpo arrivi tu,
con la forza, l'irruenza,
con la pazzia e l'inesauribile tua energia,
con la voglia di cambiare,
dalla passione ricominciare.
In un battito scardini il mio cuore,
la mia voglia del tuo sole,
di quel filo cristallino,
che da dentro traccia il cammino.
Sento che a te dono tutto,
in fiducia ed in passione,
come energia del mio cuore,
pronto ad aprirsi, pronto ad esplodersi,
pronto ad urlarti il mio amore
che non cede, non si arrende
che a te in sincerità si rivela
come la mia persona
che dai pesi della vita
in una tua canzone ora vola.
Voglio, voglio, voglio,
voglio urlare,
gioire, credere,
commuovermi, amare,
voglio sentire il cuore,
l'adrenalina a mille,
voglio esondare di passione
e dalle vene commuovermi
di brividi d'emozione
e lacrime di gioia.
Voglia una vita piena,
limpida come la mia natura,
come l'impronta che sul terreno ho lasciato
come segno di quel che in vita
ho pienamente già vissuto.

Milano, 13 novembre 2012 15.34

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 13 novembre 2012 alle ore 15.39

LDU - La dolce Utopia - di Marco Musso

Nasce cosi,
con la stessa semplicita' del sole,
con la complicita' del raggio che trafigge le nostre paure
come note che accarezzano il cuore.
Vola cosi,
con la forza della passione,
con la voglia di condivisione,
quell'intenso vellutato mondo
che esplode in una canzone.
E' cosi,
quando solo ti senti,
in un dramma ti perdi,
quando batte l'amore
sopra ogni cosa...
E' l'emozione che vola... ci prende... s'invola...
Vita che prendi,
vita che stendi,
vita che scuoti,
vita che svendi.
Possiedimi con i sussulti che provi,
provocami, con la dolce ironia
che in brividi sotto pelle diventano
la vita mia...
Ridonami,
il calore ed il coraggio,
la forza ed il miraggio,
la dolce utopia
che in nota da terra
ti trascina via.

Milano, 13 novembre 2012 03.38 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 13 novembre 2012 alle ore 11.09

martedì 6 novembre 2012

Centrifugando la Vita - di Marco Musso

Goccia che meraviglia,
come cuore raccogli tutte le piccole e grandi emozioni
in una bolla pronta a riflettere l'anima
e pronta ad esplodere per farsi assorbire altrove.
Danza in evoluzione,
una ad una
come viaggiatore di solitari mondi pronti ad unirsi
per divenire in un guizzo di emotivita'
vibrazione e forte tonfo al cuore.
Nel volo destinato al profondo
si lasciano andare
assumendo forma e senso
della meta che voglion toccare.
Cadono le gocce come parole,
come unione che sulla pelle si addensa
lasciando quella veste malinconica che rinfresca le idee
e smuove sentimenti che evaporano in coscienza.
Giochi che nel sussulto
ti riportano in vita,
avvolti da quella musica che di armonia
ti fanno danzare negli spazi
lasciati vuoti per la fantasia.
E' cosi che gira il mondo,
e' cosi che i bambini sono avvolti di magia,
hanno la forza e la capacità di sopportare qualsiasi tragedia,
insegnando agli adulti la forza della vita,
della gioia e del dolore,
la forza di ricominciare da ogni caduta
che se non lede ti fortifica.
Qui ogni crepa e' anello di crescita,
ogni delusione fortifica,
ogni emozione e' il ritmo
al quale abbandonarsi
come alla prima nota
di una nuova canzone.

Milano, 06 novembre 2012 15.19

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 6 novembre 2012 alle ore 15.21

La Giostra della Vita - di Marco Musso

Colma di pulsazioni
scricchiola la mia vita,
tra velluti che si svolgono
come temi di un'essenza arcobaleno,
a colmare e riempire ogni spazio abbandonato
da quell'uomo, troppo lento, troppo distratto,
troppo concentrato a guardare il verso
e non il senso di questo veloce naufragare.
Cullano istanti
come amici e fantasmi,
suoni che da rumori diventano
nel cuore pure canzoni,
come punte,
come fulcro su cui reggersi
e nel perso equilibrio ricordare
quel consueto che nella melodia
diventa culla e canzone.
Senti nell'aria la brezza frizzante,
quella carezza che ti rapisce,
dallo sguardo ad ogni fremito,
ti cattura e ti possiede,
mentre lentamente sfogli minuti e secondi
pronti a divenire anni,
pronti ad illuminarsi
nell'ultimo sforzo di essere se stessi.
Idee, pensieri, emozioni
che in turbolenza smuovono l'essere umano,
per spingerlo avanti dove ancora non sa.
Il mondo si ferma,
ti guarda mentre il tempo scorre senza sosta,
fino a che il vento in faccia soffiera'.
Ho bisogno di tutto,
ho bisogno di niente.
L'animo forte scalpita,
l'animo sensibile s'interroga
e in questa altalena di emozioni
tutto scorre nonostante il fiato
per un attimo si strozzi,
come sintomo, come cura,
per non affogare in gioie e dolori,
in tutte le grandi emozioni.

Milano, 06 novembre 2012 14.53

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 6 novembre 2012 alle ore 14.54

martedì 30 ottobre 2012

Stelle gemelle - di Marco Musso

Resta appesa l'espressione
come forma e come azione,
come fiore che il tempo sfiorirà,
come destino che ci ricorderà,
come fiocco che di neve a terra
si scioglierà.
Resta sul selciato l'impronta,
il peso che di presenza ha compresso l'essenza,
come il colore che intaglia la tela
e le parole che come note
compongono l'ode del nostro respirare.
Penso a quale senso abbia il nostro cammino,
guidato da intarsi e dal destino.
Quali bivi nelle scelte
disegnino gli astri che nell'impalpabilità
rassicurano da lontano le notti
di chi perso all'inseguimento dei sogni
è pronto al salto nel vuoto.
Penso all'allegria,
quel calore che da dentro scioglie
la cieca monotonia,
quel velo che deposita malinconia
ed inibisce la voglia di volare via.
Penso alla vita,
alla condizione che d'umanità
conduce a riflessione,
alla costrizione in parametri d'abitudine,
all'ovattarsi di astri dispersi in vesti consuete
per sparire nell'anonimato del comun vissuto
come  stelle gemelle.
Resta polvere di quanto consumato,
l'illusione di un vissuto evaporato,
il tempo che scandisce rintoccando ogni evento
che passo dopo passo costruisce
il nostro momento.
Prova a respirare,
ogni volta che un dolore ti stringe il cuore.
Prova a sollevarti,
come facevi da bambino,
quando ad ogni caduta rispondevi con coraggio e sfrontatezza,
puntando lo sguardo al sole per ripartire,
affievolendo quel dolore che più di ferita
agiva sull'orgoglio e sulla corazza del cuore.
Guardati dentro e non temere
perché in ogni scrigno che avvolge l'animo
c'è tutto un mondo da scoprire
e l'occasione in umiltà per risalire.

Milano, 30 ottobre 2012 18.38

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 30 ottobre 2012 alle ore 18.50
 

Vivimi in ogni sorriso - di Marco Musso

Sfilano come comete i desideri e le ferite,
all'unisono alla velocità della luce
per farci assaporare il desiderio ed il dolore,
sintomo di vita e di voglia,
come progressione di quel percepire
che in coscienza od incoscienza
ci conduce in quell'avventura chiamata vita.
Strana come matassa la vita,
tessuta nella contrarietà,
che dona valore quando non sei più raggiungibile,
che ti fà morire per amore
e risvegliarti dal torpore con la paura
che ti scuote nel dramma e ti diverte nell'avventura
preparandoti al salto nel vuoto.
Che strana questa vita,
che amo nel profondo
dai sorrisi alle ferite
perché in ogni evoluzione mi da la possibilità
di contribuire a cambiarne il verso ed ogni sua ragione.
Vivila fino in fondo,
in ogni brivido donato dal destino,
vivila fino a che ti manchi il respiro
trasudando la gioia di libertà,
la voglia di condividere anche solo un attimo
di quell'emotività che in un sorriso
ti fà capire di essere vivo.

Milano, 29 ottobre 2012 20.28

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 30 ottobre 2012 alle ore 18.24

Mi gioco l'infinito - di Marco Musso

Anima tronfia
che in aria si dispiega,
camminando sui bordi
e sui colori di questa stagione
che tinge d'allegria la lenta dipartita,
alla ricerca di un soffio,
di emozione,
per sollevarmi dalla ciclicità di un vivere,
tra desideri, crescite e false partite.
Scopro un percorso,
il mio,
in fondo al cuore,
rami nudi come me che si protendono,
all'infinito verso il blu di questo cielo
che ossigenando
tinge il vero di pieno amore.
Come rami che allungandosi in questo sforzo terreno,
toccano l'infinito senza accorgersi di quanto
dal fondo si resti a contemplare col naso all'insù.
Resta il pensiero,
quella forza,
storie di vissuto e storie di futuro,
storie raccontate e storie impresse sulla pelle
come nostalgia e come utopia,
come forzature e come malinconia,
quel velo che sul cuore si deposita
deformando oggetti e persone.
Non puoi arrenderti,
devi seguire quel guizzo che in brividi
ti lancia in avanti,
verso l'incognita,
verso l'imprevisto di questo sfondo
che tra temporali e sereno
si gioca l'infinito.

Milano, 29 ottobre 2012 19.48

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 30 ottobre 2012 alle ore 18.14
 

Vivi la vita - di Marco Musso

Vivila fino in fondo, in ogni brivido donato dal destino, vivila fino a che ti manchi il respiro, trasudando la gioia di libertà, la voglia di condividere anche solo un attimo di quell'emotività che in un sorriso ti fà capire di essere vivo. Marco Musso

giovedì 25 ottobre 2012

NON TOGLIETE LA DIGNITA' ED IL RISPETTO DI ESSERE EVOLUZIONE - di Marco Musso

NON TOGLIETE LA DIGNITA' ED IL RISPETTO DI ESSERE EVOLUZIONE
Ai Giovani come alle Persone si puo' togliere tutto, il lusso, l'idea di fortuna, la falsa illusione mediatica che tutti possano raggiungere l'apice nello stesso modo basta soddisfare un falso bisogno, ma la dignita' no, il coraggio no, la speranza di poter vedere concretizzarsi i sogni no.
E' inaccettabile l'idea di accontentarsi di quello che ci viene tolto quotidianamente per interessi altrui. NON TOGLIETE LA DIGNITA' ED IL RISPETTO DI ESSERE PERSONE perche' soffocando le idee e la volonta' di credere al proprio stimolo, piano piano dentro si muore.
Quando muore l'anima delle persone muore anche la Societa', responsabile dell'asfissia e della morte della fantasia e della volonta' di evolversi.

venerdì 19 ottobre 2012

Il pensiero di quel che oggi e' gia' domani - di Marco Musso

Non esistono spazi indefiniti,
tempi che mutando siano infiniti.
Esiste un essere,
un'appartenenza,
la presenza che nell'assenza si manifesta
nel concreto con le lacrime,
con ricordi che di vissuto
raccontano più di mille parole.
Nella vita incontrerai persone meravigliose,
come diamanti in un mazzo di rose.
Guarderai, ammirerai
e alla fine sceglierai il percorso a te più adeguato,
non per svalorizzare quanto lasciato
ma perché ognuno ha un posto ed un percorso,
scelte da fare con coraggio e non indifferenza,
con il peso della responsabilità
e con il desiderio di riconoscere al mondo il proprio valore.
Volano nella leggerezza delle parole,
pensieri che sconvolgono il cuore,
che diventano onda d'emozione,
forza che nel calore trasporta l'amore
e che non si dà pace ora che non puoi più sfiorare
le dita per stringersi in abbraccio.
Non ci sono parole terrene che riescano a raggiungerti,
ma forse la vita è proprio questo,
il soffio leggero da ogni forzatura
che nelle lacrime dal cuore ha ricreato il contatto.
Pensa sempre, pensa forte
perché così dalla terra non potrà più volare,
pensa, pensa forte, fino a quando il cuore la farà nuovamente volare,
dove la vita di emozione colorerà la notte.
Dolce e salata la vita ti parla,
negli strappi che il vento dipinge nel cielo e nel cuore,
quando il tempo si ferma per sospirare
e nel dolore ritrovare il domani.
Piange il cuore tra mancanza e rancore,
battendo più forte di questo temporale
che squarcia la vita e ti chiedi perché,
in quali parole trovare un senso che abbia la forza
di trascinarti ancora.
Poi quando il viso di aridità abbandonerà ogni lacrima per respirare ancora,
capirai che il senso lo doni tu,
ad azioni e parole,
a lacrime e sorrisi che nelle evoluzioni
passano di bocca in bocca
per amplificare l'amore,
il pensiero di chi non toccherai più
ma nel tuo sorriso sorgerà come il sole
nel ricordo buono e nel tuo cuore.

Milano, 19 ottobre 2012 17.16

pubblicata da Marco Musso il giorno Venerdì 19 ottobre 2012 alle ore 17.23 

Cocci e stracci - di Marco Musso

Penso,
come il senso del divenire,
come ali che nel vento
ti fanno risalire.
Penso,
come un cuore che scalpita,
per un'emozione crepita,
come questa voce che nel vuoto esplode,
avvolgendo della sua forza battiti ed attimi
di questa vita che di prove stride,
come il cielo che raccoglie ogni sfogo
e nella disperazione implode come lacrime,
come segni che nel ribellarsi
tagliano le certezze e rimbombano negli echi delle dichiarazioni.
In equilibrio sopra le nostre follie
chiudiamo nei cassetti qualunque azione
che possa destabilizzare le ragioni
e nel cuore deflagriamo voglie e passioni,
un moto d'attrazione che svergola la linearità delle parole
e nel silenzio gonfiano le vene e tutti gli anfratti
pronti alla rivoluzione.
Come sogni raccogliamo cocci e stracci,
segni ed abbracci
ed avviandoci verso il destino
cerchiamo il raggio che di calore schiuda
ogni nostra ragione.

Milano 17 ottobre 2012 19.44

pubblicata da Marco Musso il giorno Venerdì 19 ottobre 2012 alle ore 17.06

Ritaglia l'Emozione - di Marco Musso

Partire è come volare,
staccare i piedi dal consueto
per ricominciare.
Partire in fondo
è come morire,
nel corpo,
nella mente,
quando d'istinto issi l'ancora
che ti tiene legato al reale,
alla ricerca di quel
che in un soffio scompare.
Partire alla fine
ti induce a sognare,
a volare,
verso confini infiniti
che non riesci a toccare,
che non vuoi dimenticare,
che vorresti possedere
ma che rimangono fondamenti
della tua anima che ferma
proprio non riesce a stare.
Siamo viaggiatori d'emozioni,
vestiti di ricordi ed impressioni,
avvolti nel brivido dell'imprevisto,
noi che per uno sguardo
ipotechiamo la realtà
per ritrovarci riflessi nel profondo
di quel che di noi ci ricorderà.
Lasciaci volare,
sognare quel che in cecità
tu non puoi afferrare.
Lasciaci godere,
di tutti gli istanti che non sentirai,
che sfiorerai senza pulsione,
tu che della nostra dimensione
non saprai mai assaporarne il valore.
Vivi la tua quotidianità
e lascia che d'essenza si cosparga il nostro corpo,
martoriato dalla monotonia,
dalla noia e dalla boria di discorsi vuoti,
volti al compiacersi,
di distruzioni con la scusa delle ricostruzioni.
Ogni animo infranto
è come cristallo
che di segni s'intaglia di fragilità.
Ogni cuore ferito
è come ceppo
che di vuoto è scolpito.
Ogni vita abbandonata
e' un tessuto
senza capo ne trama.
Ogni emozione
non colta, non apprezzata,
è come un battito
che di un cuore e' un capolinea.
Rimani ferma immobile
sulle tue paure
e a noi concedi
di morire delle nostre emozioni,
scaldati dall'idea
che non esiste un attimo
in cui ci siamo fermati.

Milano, 19 ottobre 2012 16.34

pubblicata da Marco Musso il giorno Venerdì 19 ottobre 2012 alle ore 16.37

 

mercoledì 17 ottobre 2012

Dolce salata - di Marco Musso

Dolce e salata la vita ti parla, negli strappi che il vento dipinge nel cielo e nel cuore, quando il tempo si ferma per sospirare e nel dolore ritrovare il domani. Piange il cuore tra mancanza e rancore, battendo più forte di questo temporale che squarcia la vita e ti chiedi perché, in quali parole trovare un senso che abbia la forza di trascinarti ancora. Poi quando il viso di aridità abbandonerà le lacrime per respirare ancora, capirai che il senso lo doni tu, ad azioni e parole, a lacrime e sorrisi che nelle evoluzioni passano di bocca in bocca per amplificare l'amore, il pensiero di chi non toccherai più ma nel tuo sorriso sorgerà come sole nel ricordo buono e nel sole. 
Marco Musso 16 ottobre 2012 13.39

In volo dal cuore - di Marco Musso

Volano nella leggerezza delle parole, pensieri che sconvolgono il cuore, che diventano onda d'emozione, forza che in calore trasporta l'amore e che non si da pace ora che non puoi più sfiorare le dita per stringersi in abbraccio. Non ci sono parole terrene che riescano a raggiungerti, ma forse la vita è proprio questo, il soffio leggero da ogni forzatura che nelle lacrime dal cuore ha ricreato il contatto. Pensa sempre, pensa forte perché così dalla terra non potrà più volare, pensa pensa forte fino a quando il cuore la farà volare, dove la vita di emozione colorerà la notte. Marco Musso

Diamanti in un mazzo di rose - di Marco Musso

Nella vita incontrerai persone meravigliose, come diamanti in un mazzo di rose. Guarderai, ammirerai e alla fine sceglierai il percorso a te più adeguato, non per svalorizzare quanto lasciato ma perché ognuno ha un posto ed un percorso, scelte da fare con coraggio e non indifferenza, con il peso della responsabilità e con il desiderio di riconoscere al mondo il proprio valore.

Marco Musso. 17 ottobre 2012

martedì 16 ottobre 2012

Onesta' intellettuale - di Marco Musso

C'è bisogno di onestà!!! Intellettuale, sociale, personale e riservata. Ogni mia scelta è ponderata, ogni bivio una nuova giornata. Sempre sarò me stesso, fra pregi e difetti, perché sempre vorrò esser valutato per quel che sono e non per quello che per molti vuol dire apparire. Io pago le mie scelte sulla pelle ma al mattino non potrò mai vergognarmi di me stesso. Marco Musso

Ciao

Il tempo corre, senza tregua, trascinando come fiume in piena quei sentimenti che volevi dimostrare, la stima, il ricordo, la forza e l'onesta', la caparbieta' di essere professionale in ogni azione, la volonta' di non dimenticare indietro mai nessuno. Oggi sei mancata, come gia' facevi da tempo, trascinata da quella forza ostile. Oggi mancano le parole, quelle che avrei voluto dirti, quelle che da giorni sentivo dentro e che proprio oggi ti avrei portato in dono, come il tuo di essere ogni giorno solare in ogni tua azione. Ciao Betty, di te rimarra' un grosso valore, quello che hai seminato in questi anni nel profondo delle persone che ti hanno sfiorato e in me il rancore di non essere riuscito a dirtelo.

mercoledì 3 ottobre 2012

Non credo alla luna - di Marco Musso

Vibra quest'aria
avvolta nel mistero,
sotto il mantello della vita
che a volte prende e a volte dà,
nel continuo equilibrio
del sopravvivere alle prove,
fino all'ultimo spasmo,
all'ultimo urlo di energia e di coraggio
che in un respiro
vuol rimanere aggrappato alla vita,
alle scelte, alle prove,
alle sconfitte ed alle gioie.
Urla la disperazione di chi non trova pace,
di un uomo sopra le apparenze,
di un cuore sofferente
nella solitudine di una folla
pronta ad ergersi come giudice
o combattere come mercenario.
Vibra nella malinconia,
in quest'aria stranamente povera d'ossigeno,
che nel vento che strappa le certezze ed i sorrisi,
conduce a me le tue parole,
il desiderio di solitudine, di comprensione,
come uomo, come provocatore,
come mentore, come fragile anima
appesa ad un destino
colmo di picchi e di volate,
nel turbine che in tempesta,
avvolge il freddo ed il caldo
senza trovar consolazione.
Questa sera odo il tuo richiamo da molto lontano,
lontano da un vivere di sfarzo e di fuga,
un sopravvivere davanti alle tue ragioni,
alle voglie ed alle mediatiche prigioni.
Questa sera nudo innanzi a me trovo te,
col tuo desiderio di essere amato nei tuoi errori
e non avvolto dalla luce di quei riflettori
che in un vortice di notorietà,
dalle tue paure ti hanno sollevato
e delle tue fragilità ne hanno fatto torture e dipendenza.
Certo,
è facile parlare al tuo posto,
volgere lo sguardo alla luna
con lo stesso stupore di chi,
in uno slancio di passione ed amore per te,
è riuscito a raggiungerla,
a conquistare le tue angoscie
per privarti di questo tormento,
ha convogliato il desiderio e la speranza
che di buono ne ha il sapore.
Questa notte il mio cuore batte,
ti sente ed ascolta come non mai,
ode la tua voglia di libertà da quei costumi
che come armature hai indossato
per sconfiggere le ombre del vivere quotidiano.
Sento un peso che fatica a diventar sollievo,
come chi nell'ultimo respiro
tra orgoglio e passione,
vuole frenare la sua corsa libera
verso il destino.
Qui non trovo pace,
sento l'amplificarsi della paura,
di chi nel dolore riconosce finalmente la vita.
Sento la tua anima venir fuori con tutta quella rabbia
che prima era solo finzione.
Qui nulla posso fare se non accompagnarti,
mano nella mano come vecchi amici,
tra un bacio ed un saluto,
rito e scambio di un vissuto,
che nel profondo è sempre stato vero amore.
Qui in equilibrio dono,
tutta la speranza,
l'energia che necessiti per sollevarti da terra,
il coraggio speso in passato
che ora raschi come disperato
per cancellare errori
e per ritrovare come un vecchio amico
il calore sul viso alla prossima alba,
chiara nella rinascita,
calda nell'intensità di vita,
generosa come ogni tua paura
che fra le corde e fra le note
ha alimentato la nostra vita.
La vita è sempre un bivio,
una svolta, un connubio di emozioni,
vibrazioni che unendosi amplificano quel potenziale,
che regolarmente scordiamo
percorrendo il medesimo rituale
del viver quotidiano.
Fra le mie dita trema la paura,
la vibrazione di quel che riverbera la luna,
la voce di un cuore che in passione,
ha donato a generazioni e persone
nuova luce.

Milano, 03 ottobre 2012 22.39

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 3 ottobre 2012 alle ore 22.39

All'opposto del contrario - di Marco Musso

Nasce come brezza
ogni relazione da una carezza,
dal contatto che di tepore
unisce l'aria al fertile terreno.
Vola in leggerezza
il sentimento che in calore
dal vento è trasportato,
come polline che raccoglie nella speranza
il desiderio di cambiamento.
Cuori ed amori,
voglie e verità,
conducono allo scambio
opposte realtà.
Sembra che l'umanità cerchi per il futuro
quel che non ha,
l'inconsapevole costruzione dalla distruzione,
saturandosi di quella contrarietà
che unisce poli opposti
nella naturale elettricità.
Sembra che il percorso
conduca ad ugual destino,
nei tempi propri di riempimento,
fino alla misura colma del completamento,
della rassegnazione,
della convinzione che quel che ora
saturandoci ci ha arricchito,
debba essere sostituito dal clone di noi stessi,
dalla riflessione di quel sole
che in noi brilla
come fonte di eterno amore.

Milano, 03 ottobre 2012 01.10 a.m.

pubblicata da ‎Marco Musso‎ il giorno ‎‎Mercoledì 3 ottobre 2012‎ alle ore ‎10.05

 

lunedì 1 ottobre 2012

Quel che non puoi comprendere - di Marco Musso

Pulsa il cuore
risvegliando un animo altrove,
dove sole e amore non battono più.
Pulsa senza freno, senza meta.
Pulsa per la sua natura
di difendere l'animo e la vita.
Racchiusa nelle mie paure
vive la passione,
la voglia che supera la ragione,
il filo sottile come il respiro,
pronto a spezzarsi per amore.
Vive e corre
alla ricerca della propria dimensione,
tra misteri e condivisioni,
pulsa nel colore
quel sentimento che ti tiene in vita
anche quando la speranza muore.
Non ci sono ali che possano sorreggere il peso
di parole soffocate nell'apparenza,
di frasi dette per convenienza.
Non ci sono vie di fuga che non conducano,
tra angoscia e paura,
alla ricerca della libertà,
di parametri diversi
da persona e da entità.
Non ci sono malinconie più lunghe del coraggio
di cavalcarle per non sparire.
Non ci sono tristezze cosi insormontabili
perchè da sole raccontano
la profondità che ogni cuore è pronto a raggiungere
per continuare a pulsare, ad amare.
Siamo in bilico sopra le nostre paure,
tra il credere ed il cedere
per non sparire,
per non rappresentare in fragilità
quell'ombra dalla quale fuggiamo,
quell'icona che racconta quel che non siamo.
Sparaci, odiaci, facci del male,
tanto lo sai che in passione ed illusione
rimaniamo sempre uguali.
Lasciaci, torturaci e prova ad ignorare,
quel che di noi ci erge in diversità,
differenziandoci per quell'entità che ci rende migliori,
per quel valore che ti ha sempre fatto paura,
per il limite che per noi è stimolo,
in una gara di atletica
volta alla libertà d'opinione,
là dove la vita è pulsazione.
Non c'è tempo sufficiente ad estinuguere
la fiamma che da dentro ci guiderà
e che in due parole rappresenta chi si amerà.

Milano, 01 ottobre 2012 18.57

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 1 ottobre 2012 alle ore 18.58
 

giovedì 27 settembre 2012

A modo suo - di Marco Musso

Esiste un posto
in cui non saremo,
mai voleremo,
una tela d'intonsa intensità,
come un cassetto mai aperto,
un diario segreto al suo autore.
Esiste quel luogo
dipinto a suo modo,
dove i pensieri
mai diverranno idee,
dove il mio punto di vista
punterà parallelamente all'opposto del tuo,
dove la natura fa il suo corso,
dove senza contatto
noi saremo noi
ma in un altro posto.
Esiste un quadrato,
un insieme,
un vivere,
un crescere.
Esiste un posto colmo di questo
ed un altro
che ne è solo il riflesso.
Un luogo che al calar del sole
si rivela come solo sa fare,
tra le ombre di scelte
e solitarie partenze.
Esiste un noi
che sembrava un progetto,
tre semplici lettere
che raccoglievano un sogno.
Esiste e sempre lo sarà
la tua dimensione
come il punto di vista
girato a modo suo.

Milano, 27 settembre 2012 10.18 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno Giovedì 27 settembre 2012 alle ore 10.20

 

martedì 25 settembre 2012

In mezzo la vita - di Marco Musso

Cammini per strada
per non pensar niente,
cammini immerso
nelle tue ragioni, immerso alla gente,
in mille pensieri,
cammini ed incontri
volti e vissuti
di popoli che nel loro giudizio
trascinano problemi diversi.
Esci ed incontri la tua coscienza,
il tuo punto di vista
incontrandone un altro.
Ti chiedi e rivedi l'appartenenza,
quel tessuto di gesti e coraggio
che tu cuci dai tempi,
dall'istante che l'aria
ti ha colmato la vita,
nell'istante in cui l'amore
nel rispetto ti ha riportato in vita.
Non esiste una fede,
un culto, un ideale
che abbia un senso lontano dal respirare,
che non passi di diritto
dal rispetto alla vita.

Milano 24 settembre 2012 19.38

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 25 settembre 2012 alle ore 16.57

lunedì 24 settembre 2012

L'arrotino del cuore - di Marco Musso

Donne, uomini,
maschi e femmine,
l'arrotino è arrivato,
l'arrotino è in città.
Bimbi anziani,
cuori feriti,appassionati,
dolenti o dispersi,
l'arrotino è giunto
con un pensiero per voi.
Aprite i cassetti,
spalancate tutti i cuori,
lasciate volare le vostre emozioni,
in un giro di ruota,
con mano sicura,
affilo il pensiero sofferente
in tagliente emozione.
Non temete, non scappate,
l'arrotino è giunto in profondità
per riportare il sole.
Buoni, cattivi,
arroganti o egoisti,
il vostro arrotino
non conosce diversi,
con cuore e mano accogliente,
afferro e modello
la paura del mondo,
ogni sfumatura di luce
per ricondurre l'arcobaleno.
Non temo, non vedo ostacolo alcuno
al crescere, al maturare
perché in tasca conservo la mia santa, forte emozione.
Coraggio venite, nessun paura,
l'arrotino del cuore vi stupirà,
l'arrotino del cuore
con voglia e passione
l'emozione vi affilerà,
l'arrotino del cuore
di notte o di giorno da voi arriverà.

Milano, 24 settembre 2012 09.44 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 24 settembre 2012 alle ore 10.33

venerdì 21 settembre 2012

Verso la bolla di positività - di Marco Musso


Piove sopra un cuore,
piove di gioia e di dolore.
Piove come segno
che in attività lui non vuol mollare.
Piove come gesto,
come superstizione.
Piove nel verso delle cose,
quando assalito da dubbi e freni
senti il tuo corpo in apnea
come ricordo lontano,
come il faro che incuneandosi nelle mareggiate
si getta a capofitto a scindere i problemi.
La vita è un banco di prova,
scambi e binari che ti portano dove vuoi tu.
La vita è una partita con la tua coscienza,
l'eterna lotta di supremazia tra pregi e difetti,
dubbi e certezze.
La vita è il miracolo della trasformazione,
la capacità di generare con la tua forza, la volontà e la tenacia
dall'anidride l'ossigeno,
dal movimento la luce,
dall'espirazione la leggerezza,
dalla musica nuova vita,
dall'asfissia l'amore.
Per naturale dottrina
ci sentiamo come pesci in un mare di parole,
avvolti in una rete di terrore.
Siamo noi a bendarci nelle illusioni,
a coprirci di quei mantelli di stelle
che nel cammino ci prendono per mano
accompagnandoci nella notte delle emozioni.
Siamo noi a tremare per amore,
a sentire il peso delle parole,
a soffocare nel dolore altrui
e in un sorriso cercare la soluzione.
Siamo noi a farci carico delle debolezze,
degli errori e delle incertezze.
Siamo noi a temere il domani,
a guardare l'orizzonte per trovare
una meta od una stella cometa,
siamo noi a non rassegnarci
ma in lungimiranza a generare il coraggio.
Siamo noi a rimetterci in gioco,
a sorridere ad ogni dubbio
a gettare i dadi della sorte
modificandone l'incidenza con pazienza.
Siamo noi ad idealizzare l'amore,
il riscontro che in vita tutto smuove,
siamo noi che non ci arrenderemo
e in tenacità resisteremo ad ogni colpo inferto,
siamo noi che non si sa mai
e che sorrideremo fino alla fine.
Siamo noi la sciabola che di luce
taglia il viso per disegnare in forza il sorriso.
Siamo noi,
sguardo nello sguardo,
anime in espansione,
alla ricerca di stimoli per avere prove.
Siamo noi eterni sognatori
capaci di commuoverci di nuovo
ad ogni pulsazione,
liberi di illuminarci in cascata
di spruzzi d'arcobaleno.

Milano, 21 settembre 2012 17.18

pubblicata da Marco Musso il giorno Venerdì 21 settembre 2012 alle ore 17.18

Sei - di Marco Musso

Nasce l'emozione
dal respiro che di sera si tempera
per sfiorarti la pelle,
per farsi sentire,
per viverti e ascoltare quell'urlo
che si libera in aria
perchè dentro non ha più posto.
Batte,
batte irruente nel cuore,
come lampo,
come laccio di luce capace
di trascinarti dalla terra al cielo
per perdersi in sogni e in sensazioni.
Luce,
che in contenitore racchiude l'intensità dell'essenza
capace di mostrarsi nelle oscurità come i sogni
con quella forza e presenza
che non puoi fermare o toccare
ma che ti rende capace di vederla
e sentirla come tepore sulla pelle.
Sei quell'intensità,
sei il sole che strappa il sorriso
come ramo che incide il cielo d'infinito.
Sei la sete che manifesta l'assenza,
sei la voglia che racconta la forza,
sei la notte che ti accoglie per illudersi del domani,
sei una giornata di sole che di stupore ti riporta a correre,
sei la presenza che anche in mancanza
colma l'anima mia.

Milano, 21 settembre 2012 12.06

pubblicata da Marco Musso il giorno Venerdì 21 settembre 2012 alle ore 12.12

Insieme urlando io sono diverso - di Marco Musso

Scogli che dal mare son toccati
dalla forza che in spuma regola
il tatto tra violenza e rispetto.
Vento che d'impulso
strappa i campi di frumento
tra fertilità e tormento.
Cielo che ricopre eventi, vite, sguardi
un polso che pulsa per emozioni
per perdite di un avvenire,
cielo sconfinato
di distanze e sogni.
Cuore, in un battito ti smuove,
pronto a cogliere le oscillazioni
di un animo in tormento,
in equilibrio tra l'essere e l'apparire,
in equilibrio instabile sulla sua vitalità,
in equilibrio su quel filo che da sempre
conduce uomini e donne in sussulti all'amore.
Pelle,
come vorrei di moro assumere
l'intensità di tono e di vissuto
raccogliendo in frumento la fertilità del momento
la forza di gruppo che in cromia raccoglie etnie e sentimenti,
chiusi in insiemi che si ritrovano nell'intensità della vita,
la spiritualità, l'amore, il tutto ed il niente.
Mano che nella mano infondi,
gesti e segni,
certezze e sensi
che in unione genera
amicizie e popoli.
Vorrei la pelle scura,
tinta dell'intensità di vita,
ruvida di fatica e di contatto,
un filo nero di raso teso
tra l'essere umano e la vita.
Vorrei sentire l'armonia condurmi
nell'arte e nel movimento,
in quella danza che dall'animo trascina in armonia,
razionalità e coscienza di cui il cuore è pregno.
Vorrei indossare in disinvoltura
i medesimi colori che di arcobaleno
accolgono tutte le diverse etnie.
Vorrei illuminare la paura,
quella mancanza che di cultura
in ombre genera timori.
Vorrei esser quel che non sono
per esser migliore ogni giorno in più,
imparando dalla vita e dal contatto
a colmare le mie lacune,
imparando dalla vita e dal diverso
quanto lo scambio crei cultura e muova l'universo.
Io,
nella mia povertà di vissuto ed esperienze
tendo a te la mano,
al desiderio di unire le meraviglie che ancora non possiedo,
quell'orizzonte di infiniti colori
che nella magnificenza la natura e l'arte hanno sommato
per caso e per desiderio nel nero.
Io,
nel mio piccolo fazzoletto di mondo
sento che la vita varchi i confini,
sento che la gente come le diverse parole
insieme siano poesia.

Milano, 21 settembre 2012 11.20 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno Venerdì 21 settembre 2012 alle ore 11.20

mercoledì 19 settembre 2012

Slancio per non sparire - di Marco Musso

Ali abbracciano un percepire,
una ricerca convulsa di aria e di calore,
una forza che in leggerezza
spinga i nostri cuori altrove.
Volano sopra le cecità
tutte le palpitazioni che smuovono
i pensieri e le energie
per varcare quel che credevamo irraggiungibile.
Batte la vita,
batte e sembra infinita,
come un fiume in piena che sgretola
tutte le paratie che come dubbi
calano su sguardi e coscienza,
sopra la purezza della vita
che da dentro ti urla che non è ancora finita.
Lotta finchè il respiro
non lascerà al destino
l'ultima risposta alle tue premure,
alle attenzioni che quotidianamente
donavano un senso ai sacrifici ed ai rimorsi,
alle domande che in vita
disegnano il canovaccio di un'animo
gonfio di energie che in amore
intorno propagano la voglia di colorare,
di presenza e di possenza,
la quotidianità.
Cala la sera
come le energie che spese segnano il tuo cammino.
Cala il desiderio di lotta
che nel riposo troverà nel sogno nuove forze,
nuove mete, nuovi appigli e nuove partenze.
Domani sorgerò nuovamente come il sole,
tra dubbi e parole,
tra desideri e razionalità.
Domani tornerò ad accendere la speranza
ed un soffio per ogni nuova partenza.
Raccolto come bocciolo aspetto
che la sera mi ricopra di nuova brina
per irrorarmi di quel manto
che tra malinconia e tepore
mi conduce in sogno
infondo al mio cuore.
Correrò, volerò,
lascerò che le parole concedano spazio alle emozioni,
lascerò che i sentimenti facciano breccia in quelle istantanee
che come quadri confinano i miei desideri
in dettami ed oggetti veri.
Qui accolto dalla mia essenza
troverò risposte alle infinite domande,
qui dove ogni sera depongo le armi
per tornare ad essere me stesso,
nelle fragilità e negli errori del mio essere umano.
Non tremare,
non disperdere senza consumare alcuna sensazione,
la vita in fondo è una corsa verso l'ignoto e verso le prove,
un'altalena di emozioni che tra salite e discese
ti mantiene in equilibrio sopra ad un foglio bianco,
un canovaccio che raccoglie intrise sensazioni e segni di vita,
uno spazio intonso e pronto ad accogliere
tutte le intense emozioni che in carattere disegneranno la tua vita.

Milano, 19 settembre 2012 18.30

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 19 settembre 2012 alle ore 18.38

Sospirando l'Alba - di Marco Musso


C'è un sospiro che invade la mente,
che raccoglie cocci e pezzi
di un cuore provato dal mare,
dalla forza che in fiotto nell'amore dona tutto,
la fiducia e se stessi senza freni,
verso quell'orizzonte che per tutti è uguale,
una linea che tra penombra e luce ci tiene in bilico
sopra le nostre follie,
sopra le nostre realtà,
sopra le condizioni e le deviazioni,
che ci rende diversi ed uguali all'amore,
diversi ed uguali al dolore.
Alla fine non resta niente,
perchè il niente è l'inizio di tutto,
perchè uno spazio è pieno
delle occasioni per colmarlo,

riempirlo di sogni e speranze,
del mio divenire.
Crescere vuol dire aspettare,
lasciar correre i pensieri
affrontando le prove.
Crescere vuol dire trovare
una ragione per vivere,
per continuare a lottare.
Perchè vivere è in fondo un ideale,
una guerra con la coscienza,
con la sensibilità,
è la fuga da quel che ti stringe
come fiato del cuore che le parole ti strozza in gola.
Partire è tornare,
fare i conti con il se,
tra dubbi e sogni è ritrovare un bivio,
dove lasci il comune per volare in te.
Andare,
un gesto, l'attesa,

la tua arresa o l'abbrivio,
come volare,
come il senso di tutto,
come miscela d'amore,
come un nuovo inizio.
Perchè chiudi le porte al dolore, al calore,
quando in pace con te non ci riesci più a stare.
Volare,
spalancando le braccia in fiducia
a chi sai ti sà afferrare,
come un punto nel vuoto che vuoi coronare,
come una corsa,
una sfida,
la tua lunga partita.
L'amore,
quello strappo inclinato che ti vuole capace
di ascoltare l'istinto,
di ascoltare la voce,
che da dentro ti urla fino a che resta fiato,
il senso ed il tempo che non piega la tua voglia alla vita.
Tornare,
fare i conti col cuore,
con te stesso, con l'amore,
con quanto donato e quanto raccolto,
con tutto il resto che aspettavi indietro,
con tutto quel che donando
ti ha reso prezioso gioiello.
Senti,
la natura ti chiama,
la luce del sole,
il bagliore che in te scatena
una nuova riflessione.
Guarda
ora riesci a sognare,
respirando il sereno
da una nuova ragione,
dall'alba, dal cuore,

dal tuo essere migliore.

Milano, 19 settembre 2012 16.22

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 19 settembre 2012 alle ore 16.32

Occhi alla luna - di Marco Musso

Sorge la luna ad illuminare la notte,
a far luce su ombre
per delinearne una ragione.
Sorge con forza
come lei è capace,
con l'energia bisbigliando
riesce a trovar pace.
Sorge la luna
su paesi e città,
sopra pensieri e superficialità.
Sorge per gioco,
per provocazione,
scompigliando il mio riflesso sull'acqua
con il carisma delle maree.
Sorge il pensiero, il destino,
la mia scelta ed il cammino,
sorge il capo che all'amore si china,
sorge la mano che lenta s'adopra
a smuovere confuse idee su quel piatto
per trovare una croce.
Io resto qui,
a guardare la luce,
a sognare un profilo,
un profumo che irruente giunge al cuore.
Io disteso a contare le stelle,
lascio che il cuore in sussulto
riesca nell'ombra
a trovar pace.

Milano, 19 settembre 2012 01.13 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 19 settembre 2012 alle ore 15.24

venerdì 14 settembre 2012

Casa - di Marco Musso

Casa è quel luogo o quell'animo dove sentirsi se stessi, ammirati e non giudicati, dove le paure sono motivo di consolazione e dove i sogni sono il cibo di cui alimentarsi. Marco Musso

giovedì 13 settembre 2012

Io affondo nella vita - di Marco Musso

Io,
aprirò le palpebre ogni mattina
non per abitudine
ma per cercare la vita.
Accoglierò la luce del sole irruente
non come fastidioso intruso
ma come generoso ascendente.
Io,
sollevandomi con la fatica della quotidianità
non abbandonerò mai un secondo
senza averlo speso per viverlo fino in fondo.
Io,
cercherò nel mondo il mio mondo,
la voglia di guardarmi attorno
non per scappare
ma per sublimare ogni momento
nella meravigliosa sorpresa che donando
in dono riceverò il mio senso.
Io,
accoglierò con coraggio ogni sfida
non per sfrontatezza
ma nella convinzione che la paura
sia solo lo stato di quel che non si conosce.
Io,
volerò sopra l'ovvietà,
non per presunzione
ma per cercare il punto di vista migliore.
Io,
donerò all'amore
forza e passione
perchè non esiste una vita completa

se non la vivi nella sua intensità.
Io,
strattonato dalle condizioni e dagli eventi,
non perderò mai la volontà di tuffarmi
nelle emozioni che sento avvolgermi costantemente,
vivendole ed amplificandole come mi è possibile,
dipingendole ed impregnandole
del mio colore e di tutta la mia passione.
Io,
uomo comune,
vivrò ogni istante come promessa,
come segno, come speranza,
come desiderio di succhiare il frutto della vita,
quella meravigliosa essenza che ti pervade il corpo
quando per un istante senti il contatto col mondo.
Io,
non mi arrenderò finchè non consumerò l'ultimo respiro,
senza la paura della fine perchè quello sarà il mio momento,
lo spazio che mi è stato donato,
la fortuna che in vita anche solo per un istante
io sono stato.


Milano, 13 settembre 2012 11.12

pubblicata da Marco Musso il giorno Giovedì 13 settembre 2012 alle ore 11.24

martedì 11 settembre 2012

La danza della fragilità - di Marco Musso

Chiuse
le mie palpebre al mondo,
tremano nel percepire
la sofferenza dell'uomo.
Urla nel silenzio la madre,
persa come il figlio
in cerca di fortuna,
stroncato nel cammino
sventolando la bandiera del proprio destino.
Urla il figlio in strada
alla ricerca di quel che non sarà più,
di un reale che porta il velo

sul sorriso di un bambino.
Sento da lontano il fischio,

come richiamo la voce di innocenti,
di anime in cerca di conferma,
in cerca della possibilità come d'altrui speranze

di vita, di amore, di gioia e di colore.
Tremano le immagini ormai consunte
di intollerabili verità,
di crude costruzioni
di interessi sopra persone e città.
La vita nel suo diritto di essere
si contrae nel dolore di chi la cerca,
di chi in difesa lotta per l'innocente.
Nel timore di sensazioni e dolore
scappiamo da realtà scolpite
nelle azioni quotidiane,
coprendo di velate sobrietà
ragioni di interessi e false verità.
Vola un foglio bianco,
perdendosi nel movimento,
vola uno spazio perso
svolazzando in aria
come danza di fragilità.
Rinchiuso fra righe e spazi
il pensiero che ormai non cresce più,
la speranza implosa in un secondo
di una vita che non pulsa più.
Ancora tante frasi eran da costruire,
ancora tante parole in fila nel suo avvenire,
ancora sentimenti e buone azioni
potevan trovar spazio nel suo vivere,
fra le righe di quel tema
che per cecità e potere
ora non pulsa più.
In noi nasce un destino,
una forza che urla il diritto,
la ricerca di difesa
dell'innocente rinnegando il potere.
Ora la vita chiede pegno,
da una lacrima un contegno,
per guidare il tuo cammino
accogliendo il tuo nuovo destino.
La vita é fatta a cerchio,
di perimetro e d'insieme,
come unico contenitore
di idee, gesti e di persone.
La vita chiede aria,
un nuovo pentimento
di noi tutti ormai seduti
a commemorare la nostra cecità.
La vita intorno canta,
ci richiama alla sua danza,
che di mano in mano unisce
la fragilità alla forza.
Non esiste un sentiero,
un cammino ed un terreno,
che in denaro possa usurpare
il diritto d'altrui alla vita.
Io chino al mio destino,
penitente alla vita,
accendo questa luce
per ridar forza alla speranza,
per questa lacrima che in vessillo
riconduce l'uomo alla coscenza.
Il mondo non é fatto da buoni e da cattivi,
da bravi e da sbagliati,
il mondo gira in cerchio il suo destino,
ponendo condizioni, scelte e possibilità nuove.
Non esiste il caso o il definito,
finché il cuore batte a te é concesso
di cambiar registro
per rivoluzionare in un gesto,
la vita di infinite persone.
Chiudo gli occhi nuovamente
nell'infondere un pensiero
che da dentro mi possiede
e nel sole doni questa danza

ed alle nuvole in arcobaleno un nuovo sole.

Milano, 11 settembre 2012 11.25 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 11 settembre 2012 alle ore 11.32

lunedì 10 settembre 2012

L'anima di cristallo - di Marco Musso

Radicata nel cuore come pianta cresce l'emozione,
il calore che si propaga
al rintocco di ogni mia pulsazione.
Fluttua nell'aree per sopraggiungere in sorpresa
tra paura e certezza
a chi in cuor suo l'attendeva.
Trema la mano ansimante,
trema il respiro colto dal sentimento
e man mano senti accogliendo
l'arrivo al suo interno di questa vibrante partenza,
capace di reggere, capace di perdersi, capace in calore
di generare all'interno la rivoluzione.
Nasce in te la visione,
la capacità di scardinar le certezze,
la passione di vangare un campo
per seminare al suo interno la gioia del vivere,
l'emozione di sentire, di godere,
di abbracciare la vita gonfiando le vene,
spalancando le braccia, liberando la voce
fino a fare esplodere l'emozione
nella libertà intensa di tutto il piacere.
Esiste un unico posto in cui esser noi stessi,
occhi negli occhi nella profondità di uno sguardo,
fremendo d'ebrezza e di irrazionale trasporto

per la libertà passionale di comunicare

in riflessione con l'anima e col corpo.
Esiste uno scrigno dove essere noi stessi,
nelle turbolenze del vivere e del percepire,
nel involarsi in un battito
colmo delle oscillazione del tempo e delle emozioni.
Esiste un istante in cui mille parole
si strozzano in gola,
vogliose di uscire per far impazzire,
irrequiete di accendersi nelle persone
e poi in un momento si raccolgono in viso,
tra emozione e timore
gonfiando di gioia ogni espressione, ogni paura,
ogni timido gesto d'appartenenza.
C'è un modo di parlare,
di sentire, di comunicare,
di soffrire, di guarire,
di avere possedendo in mano il cuore,
sguardo nello sguardo,
aprendo l'anima al sole.
C'è un tempo, un sentiero,
un luogo disperso,
un altro emisfero.
C'è una dimensione,
una sensazione,
un collegamento impalpabile che ci possiede
e che di rado ascoltiamo
nella confusione di un urlato mondo vuoto.
C'è un posto in cui ci siamo dispersi,
la dove il sole si staglia all'orizzonte,
la dove la luce gioca in riflesso
disegnano il profilo dell'anima accanto.
C'è un punto in cui la vita ci ha richiamato,
presi per braccio ed accompagnato.
C'è tutto un mondo ancora da esplorare
che riappare di notte
all'oscuro del razionale.
C'è quel che non vediamo,
la potenza dell'animo,
del sentimento.
C'è quel che non è concreto,
che non tocchi con mano
perchè di vetro.
Ogni istante,
ogni vibrazione
è un filo di cristallo
che collega l'animo al cuore.

Milano, 10 settembre 2012 16.18

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 10 settembre 2012 alle ore 16.38 

giovedì 6 settembre 2012

Un filo di speranza - di Marco Musso

Si stacca l'implume piuma
che irrorata dall'intensità
un calamaio trasforma
da colore in parole,
da gesti repentini in canzone.
Vola sopra le ovvietà,
sopra ogni volgarità
che di niente traccia l'essere
che di sfrontatezza come effigie
si fregia di umanità,
rimanendo colmo di grezza povertà.
Vola il mio saluto,
un tepore che in corrente
lentmente si diffonde.
Vola tra genti e posti,
vola tra lungimiranza e cecità.
Vola per contagiare
di febbrile ardore
chiunque in questo mondo
osi ancora genuflettere l'orgoglio
alla sublime perversione
di stazionare
innanzi al calare del sole.
Qui dove un filo di luce rimane
fluttuante nell'aria a segnare destino ed orizzonte,
vola il mio cuore,
l'emozione,
la paura e la sfrontatezza di affrontare
il sipario delle tenebre
per sognare un risveglio migliore,
la possibilità in un respiro
di donare al mondo un nuovo destino.

Milano, 06 settembre 2012 19.13

pubblicata da Marco Musso il giorno Giovedì 6 settembre 2012 alle ore 19.14

mercoledì 5 settembre 2012

Dove il tempo fugge via - di Marco Musso

Permango sospeso
come falco nel cielo,
ad ali spiegate rimanendo immobile
fra le correnti puntando una preda.
Cerco in ogni anfratto un segnale,
un passaggio come porta temporale,
come raccordo,
come congiunzione
tra il presente ed il passato
come segno di ogni tuo passaggio.
Sento frizzante l'atmosfera,
tracce e segni di un vissuto
sfiorato e percepito
nel respiro costante della ricerca vitale.
Sento il tuo esser leggera come farfalla,
la voglia di appartenenza,
il desiderio di quella natura libera
che non ha vincoli terreni
ma solo desideri di crescita.
Sento la tua spericolata bellezza,
il tuo essere libera
in equilibrio sulla vita
perchè credi sia infinita.
Sento la tua magia,
il brivido che collega cuore a cuore
in ogni simbolo d'amore,
come esperti giocolieri che sul prato
nel vuoto tendono la mano al proprio destino,
certi della fiducia l'uno nell'altra
che in un sottile filo d'invisibile certezza
dona il volo nel ignoto,
un impalpabile segno del destino
come sigillo eterno di ogni relazione.
Qui come fermo nel tempo accolgo
la seduta di un sostegno
che in panchina richiama il destino
e tutto quello che l'amore chiama vita.
 
Milano, 05 settembre 2012 14.16

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 5 settembre 2012 alle ore 15.03

Non so farti male - di Marco Musso

Radicata nel cuore come pianta
cresce l'emozione,
il calore al rintocco di ogni mia pulsazione.
Sentimento liberamente smuove
ogni ingranaggio spinto dal cuore,
ogni espressione,
ogni vibrazione,
ogni fluttuazione che armonicamente guida
il mio pensiero e la filosofia.
Note si diffondono con le parole,
frasi accompagnate come alianti,
come gemme che sbocciate volano
nell'evolversi di onde e cerchi
sopra teste e sopra ovvietà,
nell'attesa e nella speranza di esser colte
da chi in sensibilità le ha vissute già.
Pensieri evaporano nei contorni per penetrare
là dove sentono di appartenere.
Frasi che rintoccano come campane
il segnale di una coscienza al risveglio.
Mani che annaspano nel vuoto
alla ricerca di quel calore da altri disseminato
fra rami ed abeti come impronte,
come quinte che nei profili rivestono ogni città.
Amara la realtà non vissuta,
quella sedimentata su percezioni,
sulle surreali aberrazioni di desideri e sogni
che nel comun percorso
si rivelano armi per torturarsi.
Pareti di ombre luminose avvolgono
le nostre diffidenze,
le paure di androni inesplorati
come le certezze che nella novità trovano
fragilità e debolezze.
Siamo anime in fuga
dal dolore e dal giudizio,
dall'ipocrisia e dal superfluo.
Siamo semplici illusioni,
felici e dolenti fluttuazioni,
instabili nella realtà,
e per questo destinati e votati

alla sensibilità.
Voliamo come falchi
in cerca di quel che in oggettività
riesca a scolpire in statua
la nostra intimità.
Siamo quello che in razionalità ci viene invidiato,
l'essere fili sospesi tra sereno e bagnato.
Siamo giornate montane,
incomprensibili dietro ai vetri al riparo,
variabili con l'intensità e la goliardia
di tempeste che in sereno
con un tuono d'arcobaleno mutano in scia.
Siamo senso di appartenenza,
dolore di sopravvivenza.
Siamo gli spazi tra violentate parole
che in amarezza lasciano la speranza
di stravolgerne il senso ed ogni rancore.
Siamo il fuoco che fra le dita arde
non per sfogo ma per passione.
Siamo un velo, un aquilone,
orgoglioso del suo stagliarsi
come diverso al sole.
Siamo in fondo parole,
rime baciate fra rarità e le emozioni.
Non additateci,
non fraintendeteci,
il nostro vivere in sette note tanto non v'appartiene.
Noi siamo l'essenza,
ologrammi di appartenenza,
polline di serenità e realtà
che contagia le paure dell'inesplorato
facendole sbocciare alla luce nel fiore desiderato.
Non guardatemi, non citatemi,
non regalatevi miei istanti di intimità.
Non usatemi, non cercatemi come arma,
come strumento di futilità,
io sono anima e cuore,
non so farti del male.
Io sono come l'aria,
come il calore,
che dopo il contagio
nel tepore svanirà.

Milano, 05 settembre 2012 12.59

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 5 settembre 2012 alle ore 13.12


martedì 4 settembre 2012

Nell'ossessione di un segnale - di Marco Musso

Vacuo il pensiero ondeggia
musicando di andatura le pareti
che in contenitore racchiudono pensieri.
Tra le quattro mura si consuma
la presenza che gli umani
dipingono in quotidianità di noia e boria
lesti per quieto vivere.
Tra le oscurità celate,
come origami di consunti quotidiani,
tessi la relazione a fatica
soffocando sforzi e pieghe
per non sparire.
Peso sopra il cuore ora si addensa
come premunizione,
come condizione,
come l'esercizio di respirazione
che nel tuo animo non vuol sparire.
Fermo
nell'immobilità di quel pensiero ascolti
il cinguettio di quel segnale
che da giorni riveste di emozioni
il profilo e tutti suoi contorni.
Teso
come gonfalone al sole,
posseduto dalla danza di scirocco
che di vento il calore invade,
assimili l'arrivo
del tepore e del suo mare.
Qui ogni gesto mitiga parole,
celando i timori di nuove innondazioni,
e nel perir di un giorno
lento nel suo fiorire,
deponi lo sguardo al fiume
certo del suo defluire.
L'aroma ormai consunto
celebra passioni,
come frutti che di bosco son contenuti
nell'umidità di un luogo
colmo di passaggi e di conquistate velature.
Qui nella dimora di malinconia e certezza
prende possesso in te la fantasia,
come tono di colore sulla monotonia.
Gesti smuovono il percorso del tuo avvenire
che salendo ogni china
nello sforzo ritrova
la sua prima vita.
Resta cosi l'impronta,
come vessillo di un amore,
come verso di nascoste creature,
come slancio di un cuore
pronto ad esplodere nell'innondazione
del puro amore.
Qui tra le parole celi lettere che in ragione
prendono il senso
di viaggi e di persone,
di luoghi ultraterreni
che in stelle incidono
la profondità in luminosità.
Ordunque si consuma questa lunga estate
come coda che in scia rimembra
quel che è già dissolto via.
Qui nel divenire
dei ricordi in realtà trasale
il mio cuore affranto e consolato,

pronto nuovamente a pulsare.

Milano, 04 settembre 2012 16.45

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 4 settembre 2012 alle ore 16.53

lunedì 3 settembre 2012

Smarrire la vita in un bosco - di Marco Musso

Scende
come il sole questo giorno,
accompagnando nell'oscurità i segni del vissuto,
i graffi di quanto perduto.
Scende accanto al mio profilo
una lacrima,
un ricciolo di speranza,
un alito di vento che rigenera.
Passo dopo passo
accompagno una serata
in cui le stelle stanno a guardare,
in cui la luna d'imbarazzo
dietro a nuvole si va a celare.
Sento fischiare fra i rami ormai adombrati
l'emozione e l'amore,
quel caldo sentimento che da dentro
è pronto ad esplodere,
che di un cuore s'impossessa
con tutta la passione
che di voglia ne è conduttore.
Ombre si frappongono come quinte
ad accompagnare quell'initimità
che non a tutti si presenta,
che in me diventa onda di sentimenti
puri per la propria dimensione,
limpidi come acqua al cospetto del sole.
Questa vita si presenta così,
come empio contenitore da colmare,
come bosco che fra monti ti racchiude,
come culla dove ululare
come lupi sospinti dal movimento
di pensieri che fanno palpitare il cuore

ed alla luce smuovono oceani e cuori veri.
Questo tepore diventa fuoco,
diventa vuoto di ovvietà,
come quel filo d'erba che distinto
inizia a vibrare come il destino,
genuflesso come girasole
alla potenza del sole che alle spalle
ti abbraccia di calore
per ricoprire la tua cute di sentimenti,
come brividi che sulla pelle esplodono
contenendo le parole in poesie.
Qui rapito dalla vita
ti domandi dove la razionalità sia poi finita,
dove sia il tuo cammino,
se perso o conquistato,
se diverso o comunemente dominato.
Qui dove la natura ti possiede
come anima in balia della passione,
non cerchi più ragioni o debolezze
ma lasci che la sua evoluzione
sia parte di te,
come congiunzione di due anime smarrite
che in un punto ora si son trovate.

Milano, 03 settembre 2012 18.25

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 3 settembre 2012 alle ore 18.38 

Grazie perché - di Marco Musso

Grazie perché
mi hai insegnato a volare,
a guardare oltre i limiti
e dall'orizzonte partire.
Grazie perché
nella tormenta
non ho paura di volare
e con te è bello sussurrare.
Grazie perché vivi
come me in te,
sotto la coltre di quella indifferenza
che in te diventa brace.
Grazie perché
mi hai insegnato a guardare,
ogni ombra come sogno
e ogni tuono come il tuo respiro,
capaci di rivestirmi
di speranze e di brividi.
Grazie perché
non ho bisogno di celare
e con il mio sorriso
dal tuo sguardo posso poi volare.
Grazie perché
ci sei sempre stata
e da lontano disegnavi il mio sorriso.
Grazie perché
nudo di ogni velo
posso guardarti nel profondo
e sentirmi libero di essere me stesso.
Grazie perché
anche da solo
al sol pensiero di guardarti
so di esser vivo,
so che sei il paradiso.

La Villa, 30 agosto 2012 18.40

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 3 settembre 2012 alle ore 12.20

Come sottobosco - di Marco Musso

Vita come sottobosco,
gocce
che rimbalzando descrivono
le oscillazioni del cuore.
Piove
come lacrime,
come liberazione,
come gemiti,
come debiti
che ignorandosi sfilano in processione.
Vita come dita in azione,
come l'alibi,
come l'amore,
come un passo che ritrova il suo ritmo,
come la fantasia che disegna
le nuvole in cielo.
Fili che di erba accolgono,
come labbra distendono,
gemme che di sapore mi inebriano.
Sembra strano come l'uomo,
quando in solitudine,
cerchi il suo suono.
Sembra magia come l'uomo
lo riesca a distinguere
solo nella musica della natura.
Sembra impossibile,
come l'ardore e la voglia,
come l'impegno e la perseveranza,
siano la forza maggiore
nel valicare le prove.
Passo sotto ogni abete
che in ombra ti scuote
provocandoti tonfi al cuore.
Sembra ma è la vita
che ad ogni fermata ritrovi
la via e la vita
per una nuova partenza.

La Villa 28 agosto 2012 18:42

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 3 settembre 2012 alle ore 12.03

giovedì 9 agosto 2012

I sogni col naso all'insù - di Marco Musso

I sogni
si tingon di vero
quando meno te lo aspetti,
in quegli anfratti che di luce
la vita ti ridona
ad ogni mattino ed alla sera
quando in riserva,
non sei più tu.
I sogni ci rapiscono,
ci afferrano,
ci accompagnano
e ci sollevano dal suolo
quando arrancando chiniamo il capo,
il cuore, l'orgoglio
ad un nuovo vuoto.
I sogni sono così,
un tappeto stellato
denso di desideri,
una fitta rete avvolgente
pronta a raccoglierti per rilanciarti,
una coltre di quella speranza
che in caduta libera
dona ossigeno al nostro cuore
in apnea da una vita.
Tutti con lo sguardo al cielo,
afferrando i sogni col naso all'insù,
doniamo anima e corpo al celeste diletto,
come girasoli che inseguendo comete
desiderano in cuor loro un nuovo sole.

Milano, 09 agosto 2012 13.58

pubblicata da Marco Musso il giorno Giovedì 9 agosto 2012 alle ore 17.14

martedì 7 agosto 2012

Parole per vivere - di Marco Musso

Eh le parole... le parole,
quelle scorrono ribelli sotto pelle
cercando la ferita che duole.
Le parole sono come succo di limone,
una goccia in un mare di pensieri
che nel bruciore portano emozioni vere.
Le parole sono come pulsioni,
come il fremito che coglie le dita
intrepide su corde di chitarra
per rissumere in note ore di riflessione.
Le parole son come creta fra le mani,
sono additivo e potenziale,
assumono forme e pesi,
differenti misure ed interpretazioni,
da lettore a lettore,
dominando e mutando in passione
l'originale significato dello scrittore.
Leggi e vivi,
sogna e ridi,
godendo di ogni istante di purificante libertà,
fino al punto in cui non sentirai sfuggirti via la vita
libera e felice a cavallo di un'illusione.
Solo allora capirai il sottile filo che sottende
l'immaginario dalla realtà.
Per vivere non bisogna scappare dal concreto

ma irrorarsi di sogni e fantasia
per dar luce alle ombre del comune vivere.
Per vivere non basta sopravvivere
ma racchiudere ogni raggio di luce donato
forte fra le dita con la stessa passione
con cui ti aggrappi alla vita.
Ora chiudi gli occhi e sogna ancora,
nelle sfumature di quest'aurora
che prepara il mattino di nuovi profumi
per stupirti nel rivivere ancora.

Milano, 06 agosto 2012 19.38

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 7 agosto 2012 alle ore 17.37

lunedì 6 agosto 2012

Il mio passo - di Marco Musso

Chiedimi chi vorrei diventare,
nel ombra di un giorno
quando non ci sarai.
Chiedimi quanto vorrò aver sofferto
nel solo pensiero che nel percorso
non si possa solo ridere ogni momento.
Chiedimi quando ritornerò
come sole al tramonto che dopo la notte
vuole sorridere al nuovo giorno.
Io sono uomo,
sono tempo,
sono un libro da scrivere,
pagine al vento pronte ad imprimersi.
Io sono cuore,
sono amore,
sono quel moto di protezione
che nell'esplodere in amore
ha concepito in figlia la vita.
Io sono qui,
anche oltre al tempo,
sono quel raggio di luce
che ti accoglie in silenzio.
Io sono verbo,
parole portate dal vento,
il calore,
il tuono di un animo

nel temporale del cuore.
Io sono dentro
racchiuso in ogni ricordo,
nella tua forza di trascinarmi ogni giorno
accanto a te nel concreto.
Io sono i tuoi gesti,
le tue parole,
io sono l'amore che ti ha generato.
Io sono un percorso,
sono consigliere e contesto,
io sono quel peso che in sicurezza
sulle spalle senti ancora.
Io vivrò in ogni momento,
nel ricordo che tu mi continui a donare,
nel ripercorrere il bene ed il male,
i miei pregi e tutti i difetti
che in un sorriso ti fanno commuovere ancora.
Io non ti lascerò bambina mia
perchè nella lacrima che dono a chi ti scrive
sarò la forza mia.
Io sono qui e sempre ci sarò
quando nella notte in lucciola a te tornerò,
quando nell'abbraccio dei tuoi figli t'abbraccerò,
quando ad ogni sforzo rivivrò nella tua soddisfazione
di aver valicato questa nuova china.
Io sono qui e sempre ci sarò
quando nella notte mi vorrai parlare,
quando nelle giornate perse
in un urlo mi vorrai chiamare.
Io sono qui e sempre ci sarò
in quella lacrima gentile a cui muovo le mani,
in quel sorriso che sorge davanti

per farti comprendere
quanto il mondo sia fiero di te.
Io sono qui,
nel bene e nel male
perchè nel mio mondo ideale

non ho provato gioia più grande
che commuovermi nel sollevarti a me.
Ed io
mero sarto di parole,
ringrazio te
perchè con i tuoi gesti
hai fatto sbocciare per me e tutti
un nuovo e puro fiore.

Milano, 06 agosto 2012 16.28

Grazie Umberto

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 6 agosto 2012 alle ore 16.57

Sei l'eternità - di Marco Musso

Nasce tra le dita un'emozione,
il pensiero che diventa reale,
un flusso, la passione,
uno scorrere di paure e desideri,
di volontà e di sentimenti veri.
Nasce cosi la palpitazione,
all'inseguimento di quell'ombra
che danzando a me si rivela
come la mia proiezione,
come la presenza di un cuore,
come le mille ore che seguiranno in ricordi
trasportandone il calore e tutta la naturale semplicità.
Volano cosi fra le foglie
i pensieri e le voglie
accompagnati da una mano che nell'aree
si diffonde a seguirne la melodia,
la scia di quell'emozione
scandita dal cuore,
dalla piena vibrazione
che nel sogno par lontana
e nel reale è già concreta.
Vola cosi la mia testa
a seguirne la melodia,
quel caldo percorso che conduce
il cuore all'anima mia.
Sei e resterai il pieno valore,
la fiducia e il pensiero,
il sognato ed il concreto,
quel dolce pensiero che si libera alla sera
tra lucciole e coperte di cielo stellato,
come ogni cuore dall'amore rapito.
Sei e resterai l'orgoglio di vivere,
tra gli ostacoli e le risalite,
la purezza e la condivisione
che di due si è fatta congiunzione.
Sei e resterai l'anima mia dispersa
che tra sacrifici e contrasti
ora è riapparsa.
Sei e resterai fino nell'eternità
il riflesso che in specchio
nello sguardo di lago tende all'infinito.

Milano. 06 agosto 2012 15.10

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 6 agosto 2012 alle ore 15.14

venerdì 3 agosto 2012

L' - di Marco Musso

Nasce così come un suono
il richiamo della lampara nel porto,
volto all'adunanza, ad imprimere in cielo
la presenza e l'allerta.
Diffondendosi invade il percepire
il profumo che a distanza sento
di un mare che nel ricordo
varrà più del sale lasciato,
del tempo passato,
delle lacrime che dal cuore son piovute
ad accarezzare il tuo profilo,
mio amore perduto.
L con apostrofo,
quella linea che in dolcezza taglia
incidendo e dividendo il volto di chi ha provato
la tua presenza ed il tuo sorriso,
la capacità di rifletterti come me
in un mare d'emozioni
che ora solo il vento ascolterà.
L come rimpianti, come partenze,
come il dover seguire un destino
che di dolore tinge la separazione.
La Punta Palascia domina da secoli queste scogliere
ruvide ed irte come la vita,
con l'orgoglio di pronunciarsi al sole
e commuoversi di sera al tramonto del rimpianto,
quando ogni innamorato depone qui sogni e speranze
certo di ritrovare nella forza dell'infrangersi del mare
il segno del destino e un verso per il proprio cammino.
Basito in te ho trovato la vita,
un mondo nuovo,
meraviglioso nella sua perfezione,
profondo per l'intensità che sai donare.
Qui anche il cielo ora racconta la nostra storia,
il vissuto che in eterno sarà custodito da queste mura
che di malinconia si tingono come il cielo
per piangere il distacco e la mia partenza.
Qui io lascio il mio più grande tesoro,
il futuro ed il passato,
rinchiuso nel tuo sguardo innamorato,
così speciale da lasciarmi basito
estasiato e contrito.
Qui dal mare azzurro si stagliano
proiezioni del mio cuore,
avvolte dal celeste abbraccio
che coccolandoci ci ha avvicinato.
Ora il mio futuro mi trascina via,
lontano da luoghi ed amori,
lontano dai ricordi che conserverò a vita.
Qui dove ho lasciato il cuore
a te dedico queste mie parole,
un saluto e la conferma
che per me sei stata
gemma vera.

Milano, 03 agosto 2012 03.44 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno Venerdì 3 agosto 2012 alle ore 3.49

Una lacrima di passato - di Marco Musso

Spento nel buio della notte
ogni razionale coraggio di finzione,
tra realtà e convinzione
segui l'evoluzione di fotogrammi
che in volata narrano una storia.
D'un tratto scopri che affondi,
assalito dall'idea e dal ricordo,
dalla fuga e dal  rimpianto,
da un passato che non riesci a respirare più,
che non senti più addosso,
come un istante che è volato
e che in te una crepa ha lasciato.
Il tempo torna spesso,
nei ricordi e negli anfratti
che l'animo di nostalgia tinge
per non dimenticarne in amarezza
il dolce suo sapore.
Scorre fra le dita
il sentimento ora sfumato,
il racconto del passato,
di momenti che in corsa ardivano

disegnando d'illusione il mio futuro.
Sento la forza che ritorna
come fiamma che in istante
con un soffio di rimpianto
in rancore già si è estinta,
come la necessità di perdersi
dalla percezione di quel vero
che stona nei contorni
disegnando di razionalità il sereno.
Sento un peso, un nuovo credo,
sento malinconico il suono
del rintocco sordo della sera

di un cuore in affanno
che come sempre si chiude e spera.
Sento che a volte cedo,
perdendomi indietro
nell'estendermi in ombra,
come se il passato fosse più vitale
di quel che quotidianamente sfioro

accarezzando lentamente il reale.
Sento che il cuore perde ogni controllo,
in volata verso il centro,
dove l'animo smarrisce nel ricordo
ogni senso del concreto.
Perdersi è segno del destino,
della vita che intervalla
la cruda realtà al momento poi dei conti,
duri per intensità e contenuto,
duri perchè riportano rimpianti,
duri perchè vorresti porre rimedio
a scelte, vizi e sbagli.
Duri perchè una volta consumato
l'istante irrimediabilmente
di riflesso diventa di te padrone,
cambiandoti l'umore,
dedicando un solo istante
al ricordo di una vita.
Vivere è poi questo
una lotta col rimpianto,
una lacrima passata,
la speranza di risorgere
al mattino dipingendo idee nuove.
Amare è poi questo
soffiare sopra un fuoco
estinto ormai da tempo
nella speranza che di colpo
in sorpresa torni a farti vivere.
Io son questo
un pò sognatore e un pò concreto,
un pò equilibrista e un pò sicuro,

vittima di quell'affetto
che spalanca le porte del mio cuore
per immergermi di passato e di futuro
in un mare d'emozioni.
Io sono così,
voglio piangere e voglio ridere,
voglio vivere sulla pelle in brividi
tutte le sensazioni che incontro nel cammino,
voglio credere che ogni ricordo
possa in lacrima disegnarsi come mio destino,
non tralasciando nulla al caso
e assaporando come mare
il dolce e salato del mio cuore.

Milano, 03 agosto 2012 00.56

pubblicata da Marco Musso il giorno Venerdì 3 agosto 2012 alle ore 1.02

lunedì 30 luglio 2012

Barcollare o decollare - di Marco Musso

C'era un posto nel mondo
dove batteva il cuore,
dove sguardo nello sguardo
era un avanzare, un condividere,
era un permanere in aria a mostrare alla gente
dove finiva il globo e dove iniziava il nostro mondo.
C'era un noi, un condividere emozioni,
uno scambio reciproco che liberava il cuore,
nella piena commozione di concedere,
istante per istante,
la parte più intima del noi,
dove mano nella mano si camminava senza paura,
scansando ogni ostacolo perché per quanto enormi
insieme si volava, ci si capiva,
insieme nel cerchio della vita si cresceva
senza timori ma con convinzioni.
In una parte del mondo abbiamo vissuto, goduto,
abbiamo fatto crescere l'invidia nel prossimo
rapito dalla complicità che si disegnava sui nostri volti
illuminandoci in un sorriso.
C'era un percorso, sabbioso, roccioso, fatto di noi.
C'era attenzione, c'era coesione, perché ogni pensiero
nasceva dentro accendendosi in te.
C'era quel che non trovo più,
soffocato in un contesto che punta lo sguardo
nell'egoismo della sopravvivenza,
nel pensiero che quel che ci circonda non importa
e quel che sono io è solo apparenza.
C'era quella forza che ora non vedo più
quella volontà di spaziare nel mondo con la fantasia,
con la forza di dirti sei mia,
con la certezza che in me riversassi la tua piena fiducia,
il rispetto per quel che sono, essere umano pensante,
col vizio di amare quel che mi circonda,
con l'affettività innocente che guida i sognatori
a commuoversi la sera davanti ad ogni nuova aurora.
Io continuerò il mio cammino,
con lo sguardo fisso al destino,
senza timori o paure perché da grande
ho imparato ad assumermi ogni responsabilità,
perché le scelte fatte son dettate
dal mio essere costantemente ed unicamente solo me stesso.
Io permango in bilico perché questo so fare,
sempre e costantemente al di sopra del ovvio,
del comune e del banale.
Io ho dedicato e dedicherò la mia vita alla costruzione del nostro amore,
di quel che in me ha rappresentato la nostra vita,
l'unione, il battere della congiunzione dei nostri cuori
in un miracolo nuovo,
la nostra necessità di metterci in discussione per crescere,
la riflessione del meglio e del peggio che in un figlio
ti apre la mente per unire, per amplificare quelle sfumature
che con lui diventano gioie infinite.
Qui, dove la gelosia non può trovar posto,
apro le finestre per cambiare l'aria,
per provare a ripartire,
per far si che quanto investito mantenga chiara la propria ragione d'essere.
Qui, rispettoso di ogni posizione,
torno a posare questo nuovo mattone,
non per forza, non per delusione, non per perdita o per dignità smarrita.
Qui dove nella realtà il vero uomo lo dimostra nei fatti
scelgo il noi, quel che di buono è rimasto,
quelle briciole di pane che sfamano uccellini pronti a volare,
come inaugurazione di questo cammino,
che può decollare ad ogni nuovo mattino,
finchè il rispetto e la voglia ne siano guida per questo nostro destino.
Io, instancabile sognatore,
provo nuovamente a volare,
allungando la mano prima di saltare
e nel chiudere gli occhi aspetto nel vuoto
di sentire la tua stretta,
di chi non ha paura ma sente come priorità
la voglia matta di decollare.

Milano, 30 luglio 2012 23.34

pubblicata da Marco Musso il giorno lunedì 30 luglio 2012 alle ore 23.42

sabato 28 luglio 2012

Un pastello di sereno - di Marco Musso

Vorrei,
in poche parole regalarti una linea,
per disegnare il tuo splendido sorriso
non di malinconia ma di sereno.
Vorrei nel tuo essere piccola dirti
che domani è un giorno nuovo,
un'occasione come fiore
di sbocciare al nuovo sole.
Vorrei che vedessi il tuo futuro,
da quelle salate lacrime che isolandoti dallo spazio
di linfa fertilizzano un destino,
fatto di teste chine,
fatto di vibrazioni di oscura paura,
fatto di una forza che di violenza spezza il tempo,
facendo cadere davanti a te
la tua vita e quel che porta via con se.
Vorrei,
con una carezza regalarti un raggio di sereno,
capace di sfondare le nuvole,
capace di regalarti per il cuore una protezione,
tu aurora nobile,
tu campo di grano strappato dal vento di tramontana,
tu che di mille escursioni ultraterrene,
mai avevi immaginato questo.
Io vorrei,
con il pensiero saldare quelle crepe
che disegnano l'attuale, incrinano il reale,
tingono d'amaro ogni esternazione
ma non temere,
il mio pensiero è gia' in volo
per disegnarti nel cielo l'arcobaleno,
perchè di terreno non c'è tempesta
che dalla paura non conduca
dopo i danni al sereno.
Io vorrei quel che non posso,
vorrei solo per un momento
sollevarti dal tormento,
da questa condizione che incide la tua pelle,
che chiude gli scuri del cuore
ponendoti in protezione,
soffocando quella danza che da sempre ti accompagna
e di te racconta della vita in ogni evoluzione.
Io vorrei donarti un pastello di sereno
per disegnare tutto l'affetto per un cammino nuovo.

Milano, 28 luglio 2012 17.22

pubblicata da Marco Musso il giorno sabato 28 luglio 2012 alle ore 17.23

Ascoltare la vita - di Marco Musso

Qui appesi ad un brivido
capiamo il senso della vita,
lo scambio di respiri,
l'intesa ed i sorrisi.
Qui scopri la differenza
tra chi giace e chi muore.
Qui fra due persone vedi il cielo,
l'intesa, la comprensione,
vedi la forza dell'amore,
la volontà anche davanti alla malattia
che immobilizza corpo ed orgoglio,
di lottare con il cuore
portando il fusto a flettersi per inseguire l'amore,
lo scambio diretto tra due persone,
fino a diventare icona di natura
nell'essere di pura gioia
salice piangente.
Qui capirai la meraviglia,
anche nel dolore,
anche nelle prove,
di stare al mondo
con la voglia di collezionare istanti e certezze,
voglie e carezze
che nell'intesa appenderai al sole.
Qui davanti ad un mare di futilità,
nella commozione esploderà il mio applauso
ed il sincero ringraziamento
a chi con un sorriso
mostra al mondo il paradiso.

Milano, 28 luglio 2012 09.17 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno sabato 28 luglio 2012 alle ore 14.13

mercoledì 25 luglio 2012

Rinchiusa in una bolla di sapone - di Marco Musso

Voglio,
come speranza più che richiesta,
esser normale,
riavere quello spazio del cuore libero
per guardarmi altrove.
Vorrei avere l'animo leggero,
sollevato dal peso che da anni
per destino mi porto dietro.
Vorrei non essere vittima di un errore,
della follia di un istante,
dell'idea che come oggetto potevo esser trattata.
Io sono come la brezza del mattino,
timida nel superare i timori ed i tormenti di ogni nottata,
come incubo, come lento perpetrarsi
di una lenta agonia.
Io leggera come farfalla sfuggo al dolore ed al rimpianto,
come se per la follia debba vivere rinchiusa
in questa bolla di sapone,
in una campana di vetro che mi tiene lontana e vicina dalla vita.
Io non voglio più vivere nell'ombra della mia realtà,
non voglio più sentire la violenza del tuo tatto,
la tela che di dolore e rancore hai avvolto al mio corpo
in quell'istante imprigionandomi nel tempo.
Non voglio più chiudere la porta al destino,
vergognarmi per quel che non so più provare,
come cristallo infranto non voglio sentire
la mia vita come crepa, come cicatrice.
Non voglio più riflettermi nelle tue pene,
nell'orrore e nel gesto di sopraffazione.
Non voglio più credere al cieco fardello,
che da quel punto io ho dovuto indossare
all'età in cui si ha solo il diritto di volare.
Io spirito libero voglio tornare a galoppare,
scalciare imbizzarrita di fronte alla vita,
voglio succhiare il midollo del tempo
perdendomi nella peculiarità di ogni novità.
Voglio sentire il vento ribelle,
sfiorare il corpo e tutta la pelle.
Voglio tornare di nuovo ad amare,
sentire, fidarsi e lasciarsi andare.
Voglio anche solo per un istante
fondermi nel corpo
di chi è abile a conquistarmi il cuore,
di quell'uomo capace di superare la natura
e in dolcezza sfiorarmi di brezza la pelle
per donarmi la fiducia e la chiave del cuore
per tornare finalmente a lasciarmi andare.
Non voglio più temere il genere umano
spingendomi alla diffidenza per non soffrire.
Io cuore fragile, voglio provare
l'amore normale che porta il cuore a deflagrare.
Rinchiusa in una bolla di sapone attendo paziente

che il nuovo giorno mi regali una nuova dimensione,
la capacità di voltare lo sguardo altrove,
di sentire la forza che mi dona mio figlio
per domare la coda di luce dell'arcobaleno.
Voglio tornare anche solo per cinque minuti
a risplendere di luce e ad inseguire i mattini.
Voglio il brivido sulla pelle
capace per un istante
come alba nuova d'emozione
di farmi morire solo per amore.

Milano, 25 luglio 2012 04.20 a.m.


Dedicato a Erika e a chi ha subito violenza.

Pubblicata da Marco Musso il giorno mercoledì 25 luglio 2012 alle ore 4.35